Amarcord
Sampdoria, Ferrero non solo esultanze e ospitate tv: come stanno i conti del Viperetta?
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10 anni agoon
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RedazioneL’entusiasmo a Genova (quantomeno nella sua metà blucerchiata) per l’arrivo di Massimo Ferrero sembra inarrestabile. Un’inchiesta de ‘L’Espresso’ rischia ora però di gettare ombre sulla figura del presidentissimo della Sampdoria.
“Proprio nei giorni in cui rilevava la squadra genovese, Ferrero patteggiava un anno e dieci mesi per il crac della compagnia aerea Livingston, una delle sue avventure meno fortunate – osserva lo storico settimanale romano –. La condanna non ha impressionato nessuno in Federcalcio. I requisiti di onorabilità, obbligatori per rilevare un club inglese, in Italia non hanno cittadinanza. Al contrario, il palcoscenico della serie A rimane un passaporto diplomatico tra i più efficaci per i presidenti con qualche pendenza giudiziaria“.
“Il folklore delle stornellate in diretta Sky a Ilaria D’Amico nasconde una vicenda imprenditoriale vissuta costantemente in zona retrocessione – prosegue l’articolo –. Ferrero non entra nel calcio da sprovveduto e lo ha dimostrato già nel suo primo mercato, concluso con un saldo positivo di 4,6 milioni di euro fra cessioni e acquisti di giocatori. A questa plusvalenza vanno aggiunti i diritti televisivi. Il recente rinnovo dell’asta sulla serie A ha registrato l’ennesimo rialzo del jackpot a quota 1,15 miliardi di euro complessivi“.
“Gli incassi delle tv – insiste ‘L’Espresso’ – sono ossigeno puro per il produttore romano, in costante ricerca di liquidità. La panoramica sulle società in mano a Ferrero, ai figli Giorgio e Vanessa e alla moglie Laura Sini, non induce all’ottimismo. Ma Viperetta si muove con rapidità degna del suo soprannome. L’operazione più importante condotta dopo l’acquisto della Samp ha riguardato la vecchia capogruppo dei Ferrero, Eleven finance, messa sotto il controllo della Sport spettacolo holding (Ssh). In questo modo, gli incassi da diritti tv della Sampdoria, pure controllata dalla Ssh, potranno sostenere le sale cinematografiche in difficoltà“.
“Appena Ferrero ha concluso l’acquisto delle 15 sale appartenute a Vittorio Cecchi Gori, il 30 settembre del 2013, il Volturno abbandonato e occupato da sette anni è stato venduto alla famiglia napoletana Orofino (farmaceutica) che ha ottenuto lo sgombero dei collettivi. Ma l’affare vero è il megasconto ottenuto, dopo una trattativa durata tre anni, dai liquidatori del gruppo Cecchi Gori. Ferrero non ha mai voluto accettare il prezzo di 59,5 milioni di euro fissato per i cinema adducendo uno stato di gestione disastroso delle sale, soprattutto per il costo del lavoro. Alla fine, un anno fa Ferrero ha chiuso l’accordo transattivo con 25 milioni. Poi ha creato una nuova società, la Vici, che ha assunto la proprietà dei cinema Adriano e Atlantic, ha ottenuto 25 milioni di finanziamento e ha girato le sale in affitto a un’altra società di famiglia, la Ferrero cinemas, che è stata messa in liquidazione per le perdite alla fine di luglio del 2014. Sul fronte produzione, la stessa fine ha fatto la Blu cinematografica mentre la Ellemme group ha chiuso i battenti a fine 2013 con un sequestro giudiziario seguito alla lite con l’imprenditore napoletano Gianni Lettieri“, si spiega quindi a conclusione dell’inchiesta del settimanale.
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