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Toc toc, c’è nessuno sulla panchina della Juve? Allenatore cercasi, quello attuale è un manichino…
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8 anni agoon
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RedazioneToc toc, c’è nessuno sulla panchina della Juve? Certo che c’è, risponderanno i più, straniti, addirittura spiazzati da una domanda tanto stupida e inutile a loro modo di vedere. Risponderanno, senza esitazioni, che su quella panchina siede, ormai da tre stagioni, Massimiliano Allegri e per questo non comprenderanno il senso di una domanda invece legittima e per niente sciocca.
Legittima poiché è lecito, anzi doveroso, chiedersi chi sieda davvero sulla panchina della Juve, dal momento che quello che dovrebbe esserne l’allenatore è in realtà null’altro che un manichino privo di vita e di idee. Questo è Massimiliano Allegri, un manichino che farebbe miglior figura esposto nella vetrina di una boutique d’alta moda in via Montenapoleone piuttosto che seduto sulla panchina di una squadra di calcio, non una qualunque tra l’altro…
La Juventus di Firenze assomigliava più al Crotone, con tutto il rispetto per i calabresi, perché ha subito per 90 minuti e oltre l’iniziativa della Viola dell’ex Paulo Sousa, lui sì un allenatore, capace di dare un gioco e un’anima alla sua squadra. Quell’anima che la Juve pare aver smarrito da tempo, quel gioco che non ha mai posseduto.
La quarta sconfitta dei bianconeri, anche questa arrivata in trasferta come le precedenti tre, è figlia di un approccio alla gara totalmente inappropriato, di un’interpretazione se possibile ancor peggiore, dell’abissale incapacità del presunto allenatore juventino di leggere la partita e di invertire la rotta quando le cose non funzionano come dovrebbero.
La Juve soffre, complici gli inquietanti scricchiolii della BBC, divenuta di colpo peggio di uno scolapasta che fa acqua da tutte le parti, e non sa reagire. Resta all’angolo a prenderle di santa ragione, prova disperatamente ad aggrapparsi alle corde per rimanere in piedi, ma alla fine va al tappeto e il tonfo della caduta fa tanto, troppo rumore.
Un rumore che la società però non sente o forse fa finta di non sentire per non dover mettere mano al portafogli. Meglio mettere la testa sotto la sabbia, ma i nodi prima o poi verranno al pettine e allora sarà troppo tardi… C’era una Juve che azzannava gli avversari e li finiva senza pietà prima che potessero anche solo tentare una minima reazione.
Era la Juve di Antonio Conte, una Juve famelica, feroce, indomita! Quella di oggi è irriconoscibile, distante anni luce dalla Juve dei primi tre scudetti, una squadra molle, priva di nerbo, di grinta, orfana della cattiveria e del coraggio del suo antico condottiero, pavida come il suo presunto allenatore.
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