Papà Non Evoluti… Al bivio!

Ieri mio figlio di quasi 6 anni mi ha chiesto, “papà, il Milan che campioni ha?” 

Si sta timidamente avvicinando al mondo del calcio, con la curiosità tipica della sua età. 

Stavo per rispondergli, sfogliando mentalmente in modo rapido la rosa, quando nella mia mente hanno iniziato a susseguirsi velocemente immagini, parole e frasi sconclusionate, non-sense, deliranti, “si, ehm, vediamo….Si, Donnarumma”…. Ma non riesco a proseguire, closing, filtrapessimismo, ItalMilan, i cinesi non esistono (tranne che in Paolo Sarpi), cordata, duediligence, Li, Qui, Quo e Qua, Suning chiude in una settimana, Fassone , Mirabelli, iostocondemetrio, Demetrio ?, no, Paolino ha detto no, Ruiu, mal di stomaco, Giannino, Cosentino, mercatino, quandosiperdenonsiparla, quandosivincesistraparla, Muntari gol, Pjanic no gol…. 

Sudo, mi alzo di scatto e guardo negli occhi mio figlio.

“Sai – mio caro – non è questione di campioni”

Gli racconto di quando ero piccolo come lui, di Sacchi e gli olandesi, di Capello e dei 4 scudetti in 5 anni, di Ancelotti e Kakà, delle spaghettate dopo le partite e le vittorie, delle emozioni e di Gattuso.

Gli spiego che i campioni passano, lasciano impronte dolci ed indelebili ma passano, e che nel calcio che amiamo e che ama il suo papà, esiste qualcosa che l’essere milanisti ti può dare e ti devi tenere stretto : l’orgoglio, la dignità, la fierezza dell’ essere il Milan che, molto spesso, equivale ad essere vincenti.

Mio figlio torna dai suoi Lego, io spazzo via gli strascichi dei deliri mediatici e non che continuano a passarmi davanti ( dopo Ravezzani e “Fassone cerca sponsor” credo di avercela fatta) , e penso che siamo davvero ad un passo dalla resurrezione, ma non tutti se ne sono accorti.

Io me ne sono accorto eccome, e non importa se la nostra vera identità ci sarà ridata da persone così lontane dalla “milanesità” alla quale siamo abituati. 

Perché il nostro Milan è la priorità, mai più giochi di potere sospetti, mai più siamoappostocosì, fiscalità spagnola favorevole e giochi preziosi ma non troppo.

Inciampo mentalmente nell’ultimo (spero) ostacolo proiettato dal mio subsoncio (bastardo) , nel quale Galliani a cena in un “all you can eat” cerca di ingaggiare lo svincolato Totti nel 2019, chiamo mio figlio : “Sai – gli dico a bassa voce – di campioni ne abbiamo anche noi. Alcuni non sanno ancora di esserlo, altri non sanno ancora che arriveranno da noi, ma ci divertiremo”. 

Lui non smette di incastrare i pezzi della piccola città che sta creando, ma sorride.

Federico Scappini