Amarcord
Pirlo, la punizione è un’arte: tutte le pennellate del Maestro! Tecniche diverse, stesso risultato
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8 anni agoon
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RedazioneAndrea Pirlo e i calci di punizione: quando il pallone diventa arte. Come ogni pittore che si rispetti, anche il Leonardo del calcio dipinge i suoi capolavori facendo ricorso a tecniche diverse, ma tutte egualmente efficaci. A giro sopra la barriera, di potenza o con la “maledetta”, il risultato finale è il medesimo: pallone in fondo al sacco e portiere avversario che allarga le braccia sconsolato.
Il maestro del piazzato inaugura la sua personale galleria di opere d’arte in bianconero ormai quattro stagioni orsono nella gara interna tra Juve e Catania, un rasoterra di interno piede che passa tra le gambe del muro etneo e s’insacca nell’angolino. Per il bis bisogna attendere la prima giornata del campionato successivo, la vittima sacrificale di turno stavolta è il Parma: il destro di Pirlo buca la barriera ducale, Mirante blocca il pallone, ma quando ormai ha ampiamente varcato la linea.
Il mago con il numero 21 sulle spalle si ripete a Siena, stesso copione: palla a pelo d’erba che si fa strada tra una selva di gambe e termina in rete. Stesso modus operandi anche contro la Roma di Zeman, diversa invece la soluzione adottata per battere Consigli in Juventus-Atalanta: destro a giro all’incrocio dei pali, una delizia.
Per castigare il Parma anche al ritorno Andrea opta per una “maledetta”, corretta da una provvidenziale deviazione del muro gialloblù: per la serie, la fortuna aiuta gli audaci. E arriviamo così alla stagione 2013/2014, che vede Pirlo aprire le danze di nuovo contro il Catania, con un interno tagliato sul primo palo.
La “maledetta” torna di moda nel big match contro il Napoli, mentre il più doloroso dei gol dell’ex il Mozart juventino lo infligge al Milan scavalcando la barriera con un tocco liftato che coglie Abbiati di sorpresa. Il Maestro regalerà ancora tre perle ai suoi tifosi, una contro il Genoa in campionato e due in Europa League contro Fiorentina e Lione. Il resto è storia recente, dalla pennellata che sbloccò la sfida di ritorno con l’Olympiacos nella fase a gironi della scorsa edizione della Champions League alla parabola velenosa nel derby col Toro di qualche mese fa. In Italia come in Europa, e presto anche in America, Pirlo è una sentenza per gli avversari. Un castigo. Anzi, una punizione.
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