Amarcord
Mr. Football Didì: “E’ la palla che deve correre”
Published
9 anni agoon
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RedazioneValdir Pereira, Didì
Principali successi:
2 Coppe del Mondo (‘58, ‘62)
1 Coppa dei Campioni (‘60)
4 Campionati carioca (‘51, ‘57, ‘61, ‘62)
1 Coppa di Rio (‘52)
Valdir Pereira, noto con lo pseudonimo di Didì, è stato uno dei principali esponenti del Brasile dei giganti che conquistò due Mondiali consecutivi nel 1958 e nel 1962. Dietro ai dribbling di Garrincha, ai gol di Pelé e Vavà, alle corse di Zagallo, in pratica alle spalle di una delle linee offensive più forti di ogni epoca, c’erano il suo cervello e la sua regia.
Soprannominato Mr.Football per la sua sapienza tattica e O Principe Etiope per l’eleganza in campo, Didì, inventore della celebre punizione “a Folha seca” (” a foglia secca”, precorritrice delle magie di Juninho e Pirlo), resta nella storia anche per aver segnato la prima rete nello stadio Maracanã, in una partita tra una selezione di giocatori dello Stato di Rio de Janeiro ed una di quello di San Paolo.
Una fulgida carriera che rischiò di essere stroncata sul nascere, a causa di una infezione a un ginocchio che quasi richiese l’amputazione di una gamba. Vinse quattro campionati carioca, con le maglie di Fluminense e Botafogo, e nel turbolento biennio nel Real Madrid di Di Stefano e Puskas conquistò la Coppa dei campioni nel 1960. Proprio nei blancos fu accusato di scarso dinamismo, critiche a cui Didì rispondeva così: “E’ la palla che deve correre”.
Nel repertorio di Didì non c’erano certo le corse a tutto campo, ma i lanci precisi per le punte, un’arte nel dribblare senza pari, e le temibili punizioni ad effetto, imprevedibili per i portieri. Sostengono gli storici brasiliani che “La Folha seca” nacque per caso, nel 1956, quando durante una partita contro l’America per non sentire dolore a un piede decise di calciare il pallone con solo tre dita.
Fu eletto miglior giocatore dei Mondiali del 1958 per la sua visione di gioco fuori dal comune e la combinazione Garrincha-Didì-Vavà-Pelè in Italia divenne quasi una formula magica (oltre a una canzone del Quartetto Cetra). Nel 1962 il bis alla rassegna iridata in Cile: fu giudicato miglior centrocampista, confermandosi essenziale per la leggendaria Seleçao dell’epoca. Didì chiuse in bellezza la sua parabola nei verdeoro vincendo la finale di Santiago contro la Cecoslovacchia. Si ritirò nel 1964, dopo un’ultima stagione al San Paolo.
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