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Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”
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9 anni agoon
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RedazioneL’autogol nacque prima del cinema. Era infatti il 1888 quando Gershom Cox, difensore dell’Aston Villa, realizzò la prima autorete della storia del calcio, in occasione della partita contro i Wolverhampton Wanderers. Cox, vero e proprio pioniere, segnò nella propria porta nella prima giornata della stagione inaugurale del campionato inglese.
Non c’è calcio senza autogol: che sia un gesto maldestro, una deviazione goffa o sfortunata, o addirittura un colpo di genio al contrario, resta il dramma sportivo per eccellenza, rarissimo negli altri sport. In Italia il fenomeno registrò il picco durante gli anni ’60 e ’70, le decadi del catenaccio e delle difese a 5, in cui erano frequenti le deviazioni da parte di liberi e stopper. A partire dal 1998, una direttiva della FIFA limitò le autoreti alle correzioni in rete di tiri destinati ad uscire, o comunque non indirizzati verso la porta, provocando un drastico calo delle autoreti ma non certo alla loro scomparsa.
“La borsa sale, i maroni no, Ferri batte il record di autogol”, cantava Ligabue in A Che ora è la fine del mondo? In effetti, Riccardo Ferri ha il poco invidiabile record di autogol segnate in serie A, ben 8. Il difensore dell’Inter entrò più di tutti nell’immaginario collettivo per alcune autoreti di pregevole fattura, come il pallonetto a Zenga (sua vittima preferita) in un derby del 1987. Oltre a Ferri rimane nella storia Comunardo Niccolai, precedente Re degli Autogol, che ne segnò sei nella sua carriera, alcuni bellissimi: “Non è facile giocare quando la squadra avversaria non segna e i suoi tifosi cantano: “Niccolai, pensaci tu”, si lamentava, con grande autoironia, lo storico difensore del Cagliari.
I record italiani impallidiscono però di fronte al primato mondiale, detenuto dal giamaicano Frank Sinclair: l’ex Chelsea, Wba, Leicester ne realizzò 25 in carriera, un vero e proprio record di autolesionismo.
Ma l’autogol può farti perdere non solo la faccia, ma anche la vita. L’autorete più drammatica è datata 1994 ed è legata ad una delle vicende più assurde della storia del calcio. il difensore colombiano Andres Escobar trafisse il proprio portiere durante un match contro gli Stati Uniti al Mondiale americano, condannando i Cafeteros alla sconfitta e alla eliminazione: per il suo errore fu ucciso dieci giorni dopo da un gruppo di narcotrafficanti al suo rientro in patria.
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