El Shaarawy c’è, finalmente: tre partite per giocarsi il futuro….

Non doveva andare così. La stagione 2014/15 doveva essere quella del riscatto per Stephan El Shaarawy e, invece, si chiude con appena 15 presenze, un migliaio di minuti complessivi, e appena un gol all’attivo. Decisamente pochino, se si pensa che Pippo Inzaghi aveva lavorato in estate su un modulo, il 4-3-3, che avrebbe dovuto esaltare le caratteristiche tecniche del Faraone.



Che, ancora una volta, ha fallito la prova del nove, quella della definitiva consacrazione. Prestazioni scialbe, continue ricadute e la tanta concorrenza per il ruolo di esterno d’attacco sono solo alcune delle motivazioni che hanno frenato l’esplosione del talento azzurro, che ha dimostrato tutta la fragilità (e l’insicurezza) di un ragazzo che -a 22 anni- ha già provato sulla sua pelle tutto il bello e il brutto del mestiere del calciatore: dall’altare dei primi mesi rossoneri (era fine 2013), alla polvere degli ultimi mesi e dei tanti (troppi) infortuni, che hanno minato la fiducia del numero 92 rossonero. 



Adesso che i guai fisici sembrano finalmente alle spalle e che El Shaarawy ha ricominciato ad allenarsi con il resto del gruppo, Inzaghi si aspetta da lui un finale di stagione coi fiocchi per dimostrare a tifosi e addetti ai lavori di valere la maglia rossonera. Ecco perchè il tecnico sembra intenzionato a dare fiducia all’italo-egiziano che -con tre buone prestazioni contro Sassuolo, Toro e Atalanta- spazzerebbe qualsiasi dubbio circa la riconferma per il prossimo anno. 



Altrimenti sarà addio, forse per sempre. E sarebbe una soluzione, quella della cessione, che forse deluderebbe i tifosi, più che mai ansiosi di veder esplodere il talento dell’italo-egiziano con indosso la maglia rossonera, ma che sembra ormai inevitabile, se è vero che questo Milan -oggi più che mai- non può permettersi di aspettare l’affermazione dei suoi giovani.