La Juve allunga a +5 sulla Roma che strappa un punto a Palermo grazie a un gol irregolare: stavolta nessuno s’indigna?

Juve campione d’inverno e a +5 sulla Roma, fermata dal Palermo, che ottiene un punto, ma ne reclama tre. E fa bene, dal momento che il gol che ha permesso ai giallorossi di pareggiare l’iniziale vantaggio dell’implacabile Dybala era irregolare e dunque da annullare. Non abbiamo però udito in quest’occasione i soliti peana di rabbia e indignazione che si propagano nell’aere ogni qualvolta una svista arbitrale favorisce la Juventus.

Non abbiamo udito i soliti noti invocare a gran voce l’introduzione della moviola in campo. E non abbiamo udito, soprattutto, Rudi Garcia censurare l’episodio incriminato con la solita puntualità che sempre lo contraddistingue quando si tratta di sottolineare un errore pro Juve e di lamentarsi di esso. Non si lamenta invece il tecnico francese, consapevole lui per primo, che torti e favori fanno parte del gioco e alla fine si compensano.

Lo sa bene Rudi, perché non è mica stupido, tutt’altro. Anzi, è stato così intelligente da intuire che la tattica del piagnisteo a oltranza, delle accuse continue e manifeste al “potente”, della denuncia esplicita di un fantomatico “sistema” paga e profumatamente. Perché il sospetto in Italia aleggia su tutto e tutti, la cultura del sospetto da noi non la impari a scuola, ce l’hai già dentro dalla nascita.

E allora ci viene legittimamente il sospetto che Garcia abbia compreso, o lo sapesse forse sin dall’inizio, che la sua squadra non fosse ancora al livello della Juventus e che sarebbe stato meglio, in considerazione di ciò, cominciare a costruirsi per tempo un alibi di ferro, inattaccabile, a prova di pubblico ministero.

Se infatti la Roma vincerà lo scudetto, Garcia sarà l’eroe passato alla storia per aver sconfitto il sistema, qualora invece i giallorossi arrivassero di nuovo secondi, Rudi sarà il Nostradamus de noantri che aveva predetto tutto.