Spazzate via le paure del passato, due campioni ritrovati ma serve un ultimo tassello a Mancini…

La squadra spaurita, tremante e vittimista del 2014 è un lontano ricordo. A Roberto Mancini sono bastati meno di due mesi per cancellare i danni della precedente gestione, piena di scuse e confusione, e mettere in moto la metamorfosi nerazzurra. Il salto di qualità intravisto con la Juventus è arrivato con tutta la sua forza nel primo tempo della partita contro il Genoa:  carattere, serenità ed entusiasmo, e finalmente una prova convincente da parte della difesa, tra l’altro priva dei centrali titolari. Quando la condizione sarà al top, l’obiettivo Champions diventerà concreto, nonostante le 6 squadre che ancora separano il Biscione dal terzo posto.

L’Inter può pensare in grande se ritroverà tutti i suoi campioni, e Guarin e Vidic sembrano finalmente sulla via del recupero. Il tenero Genoa senza Perotti forse non era una prova così insuperabile per il serbo, che però ha tenuto il campo finalmente senza sbavature e amnesie. E il colombiano ha confermato i suoi progressi, trasformandosi in un assist man prezioso. Anche sulle fasce D’Ambrosio e Campagnaro non hanno sfigurato.

Ora le cessioni, in attesa di un ultimo tassello: serve un Cambiasso, un  uomo d’ordine in grado di distruggere e ricostruire, un playmaker basso. Mancini al City aveva Touré: ora chiede Lucas Leiva o Mario Suarez. Thohir, che indiscrezioni danno impazzito di gioia per la rinascita della squadra, difficilmente glielo negherà.

Intanto Moratti elogia lo jesino alla Gazzetta dello Sport: “Mancini sa trascinare il pubblico. Lui ha cambiato mentalità al gruppo, lo fa giocare bene. Il fatto che abbia in mano tutto l’ambiente lo dimostra la simpatia con cui ha reagito a quella pallonata involontaria di Andreolli. Rialzandosi e mimando il gesto della sostituzione ha dato l’idea di come lui e la squadra siano in piena sintonia. Allo stadio si respirava proprio un’aria nuova”.