Il Moviolone
Ciclismo: il 2014 azzurro tra Le Roi Nibali, il Camoscio Aru e gli attacchi di De Marchi
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10 anni agoon
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RedazioneRiguardando all’annata appena conclusa del ciclismo maschile professionisti su strada,spicca l’impresa di Vincenzo Nibali al Tour de France, dove il siciliano ha vinto 4 tappe e dominato la corsa, vestendo la maillot jaune sui Campi Elisi.
Un successo così travolgente e mediaticamente forte, potrebbe far dimenticare il resto della stagione azzurra, che ha visto anche le prodezze di Fabio Aru, Matteo Trentin, Alessandro De Marchi e Adriano Malori oltre a qualche successo importante di vari corridori della Bardiani-CSF come Battaglin, Canola, Colbrelli, Pirazzi, Zardini e non solo.
Per lo Squalo dello Stretto il trionfo francese (oltre al titolo nazionale al Trofeo Melinda) basta e avanza, così come il suo delfino Fabio Aru può sorridere visti gli enormi progressi realizzati e il potenziale che ancora potrebbe esprimere; per lui, un successo di tappa e terza piazza conclusiva al Giro d’Italia e due vittorie e quinto posto assoluto alla Vuelta de España, a cui si è dimostrato imbattibile sulle salite medie.
Invece, Matteo Trentin ha messo in luce la propria classe, alzando le braccia sia sul traguardo del Tour de France sia su quello del Tour de Suisse ed è stato un peccato non vederlo in azione al Mondiale di Ponferrada. Comunque, potrà dire la sua anche in alcune classiche, vista la sua buona tenuta su tracciati ostici e la sua velocità allo sprint.
Senza la classe dei tre compagni, ma dal coraggio inarrivabile è stato Alessandro De Marchi, vincitore della Classifica della Combattività al Tour de France e di una frazione alla Vuelta de España, oltre ad aver tentato una azione risolutiva nelle battute finali del campionato iridato.
Inoltre, a parte la super Bardiani-CSF con i tre trionfi al Giro di Italia a opera di Canola, Battaglin e Pirazzi, le volate vincenti di Colbrelli (Memorial Pantani, GP Industria e Commercio, Coppa Sabatini, 2o alla Volta Limburg Classic e miglior azzurro al Mondiale) e le rasoiate di Zardini (una tappa al Giro del Trentino e al Tour of Britain), ci sono stati gli ottimi Adriano Malori, 6o al Mondiale a cronometro e 1o nella frazione finale della Vuelta de España contro il tempo e il velocista Giacomo Nizzolo, 2o nella classifica a punti del Giro di Italia grazie a quattro 2i e un 3o posto di tappa e 2o pure alla prestigiosa Vattenfall Cyclassics di Amburgo.
Di caratura inferiore, ma con qualche buono spunto, è stata pure la stagione di Davide Formolo, Giampaolo Caruso (Milano-Torino e una buona Vuelta), Damiano Caruso (una buona Vuelta anche per lui), Domenico Pozzovivo (5o al Giro), Dario Cataldo (2o nella Classifica Scalatori al Giro), Sacha Modolo, Elia Viviani, Roberto Ferrari, Niccolò Bonifazio,Andrea Fedi, Francesco Lasca, Valerio Conti, Fabio Chinello e Mauro Finetto.
Dunque, la potenza azzurra è emersa nei grandi giri a tappe,restando inespressa nelle classiche di un giorno. Ai Mondiali iberici, i nostri sono scomparsi nel momento chiave e nessun italiano ha agguantato un piazzamento onorevole nelle Grandi Classiche.Oltre ciò, la situazione dei team nostrani resta critica, visto che la Lampre-Merida (unica squadra tricolore nel World Tour 2015) ha avuto un anno buio, con la sospensione per positività al salbutamolo di Diego Ulissi (2 successi al Giro) e le sole perle (rare) di Rui Costa (Giro di Svizzera), Anacona e Niemiec (una frazione a testa alla Vuelta), mentre l’ottima Cannondale Pro Cycling passerà sotto la bandiera americana.
Riccardo Tempo da: http://worldsports1987.com/
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