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Cagliari, un nuovo fallimento per Zeman: esonerato il tecnico che sa solo incantare o naufragare
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10 anni agoon
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Redazione“Il Cagliari Calcio comunica che da oggi Zdenek Zeman lascia la guida tecnica della prima squadra. La Società ringrazia il tecnico e tutto il suo staff per il lavoro svolto in questi mesi con grande professionalità e dedizione“.
Questo il comunicato con cui la società sarda ha comunicato l’esonero del tecnico boemo, che come spesso gli è capitato nel corso della carriera si ritrova a fare i conti con un fallimento dopo pochi mesi di lavoro.
E’ il destino oltre che il filo conduttore della carriera di un allenatore amato oppure odiato da tifosi e addetti ai lavori senza mai una via di mezzo, ma che in ogni caso fa parlare di sé, anche indipendentemente dai risultati conseguiti sul campo (che peraltro spesso non hanno remato a suo favore, soprattutto negli ultimi anni). Un allenatore che più di vent’anni fa propose un modo di giocare completamente nuovo e diverso, ma che non si è mai troppo scostato dalla sua idea di calcio, nonostante i tempi cambiassero. E così ha sempre proposto un 4-3-3 tanto offensivo quanto rigido e in cui le primedonne erano preferibilmente bandite (storiche le sue campagne acquisti incentrate su calciatori ignoti al grande pubblico, ma che in diversi casi si sono poi affermati come ottimi interpreti del massimo campionato italiano). Altrettanto proverbiali i calci d’inizio delle sue squadre, che fossero l’ambiziosa Roma o Avellino e Salernitana in cadetteria, fino all’ultima esperienza a Foggia, in Lega Pro: al fischio dell’arbitro tutti i giocatori, appostati sulla linea di centrocampo, a scattare in avanti come se non fossero calciatori, ma atleti impegnati nei 3000 metri siepi.
Proprio l’ultima tappa del suo cammino a Cagliari ha sovvertito in parte il suo credo: al Sant’Elia contro l’amata-odiata Juventus (tifata in gioventù, ma aspramente osteggiata dai tempi della triade Giraudo-Bettega-Moggi fino ai giorni nostri) i rossoblù sono scesi in campo con un prudente 4-4-2, in realtà più somigliante a un 6-3-1, con quattro difensori centrali, due terzini prestati alla mediana e una mezzapunta in avanti. Ebbene, il Cagliari ha rinunciato al proprio gioco arioso, denunciando però le consuete amnesie difensive.
Una prova importante, fallita dal maestro boemo, che pure quest’anno ha regalato qualche sporadica soddisfazione: la roboante vittoria contro l’Inter a San Siro, dove il club isolano non vinceva da 19 anni, o l’entusiasmante 3-3 con il Napoli. L’ambiziosa squadra di Tommaso Giulini tuttavia si è ritrovata con un paniere piuttosto povero: 12 punti in 16 giornate, e soprattutto 5 sconfitte e 3 pareggi in casa, dove non è ancora arrivato un successo. Da ricordare anche lo schizofrenico 4-4 di Coppa Italia con il Modena, recuperato quattro volte, e la vittoria giunta al quattordicesimo rigore. Una fatica le cui conseguenze si sono viste nel successivo match di campionato, perso in casa contro il Chievo. Ed era un fondamentale scontro salvezza.
Diverse le ipotesi per la successione di Zeman, dal suggestivo cavallo di ritorno Gianfranco Zola, all’eterno traghettatore Delio Rossi (uno dei riconosciuti allievi del tecnico di Praga), fino agli affidabili Ballardini e Reja (per entrambi sarebbe un ritorno) o a Walter Zenga, da tempo smanioso di tornare a guidare una squadra in serie A dopo aver girato per tutto il mondo.
Tante valide soluzioni, che però certamente toglieranno un po’ di luce dai riflettori del Sant’Elia. La speranza di Giulini è che portino anche importanti punti per la permanenza nel massimo campionato.
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