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British Corner – L’avventura di Elton John al Watford
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10 anni agoon
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RedazioneUno squadra mediocre, uno stadio decrepito, solo tre impiegati full time che si dovevano occupare dei compiti più disparati, dall’ufficio stampa alla cura del terreno di gioco, passando per le incombenze amministrative e il calcolo dei salari dei calciatori.
Questa era la realtà del Watford a metà degli anni Settanta, quando a tirar fuori gli Hornets dall’aurea mediocritas della Quarta Divisione si presentò mister Reg Dwight. Forse vi sarà più familiare il suo nome d’arte: Elton John.
Si narra che per trovare un manager di buon livello il buon Reg chiese consiglio a Don Revie. “Prendi Graham Taylor, ha fatto miracoli con il Lincoln”. La risposta del grande fautori dei successi del Leeds United di quell’epoca.
Anche Elton John si era accorto che con gli Imps Taylor aveva fatto un lavoro eccellente: nel 1975-76 aveva dato una bella ripassata al suo Watford: 1-3 in casa e 1-5 in trasferta.
“Entro 10 anni voglio che questo club giochi in Europa”, la richiesta di Elton John al suo manager. Per far ciò servivano considerevoli migliorie al vetusto Vicarage Road. Per prima cosa si eliminò la pista per le corse dei levrieri. Così facendo permise ai tifosi di essere fisicamente più vicini alla squadra, che ne aveva bisogno. Ma il rapporto con l’intera comunità del gradevole sobborgo di Londra fu rafforzato “invitando” i giocatori a partecipare alle varie attività che il club promosse a Watford.
Taylor diede al team un’impronta molto offensiva e, anche grazie ai consistenti assegni staccati da Elton John, arrivarono due promozioni consecutive nel 1978 nel 1979. Uno splendido bis a cui si aggiunse una semifinale in Coppa di Lega persa contro il Nottingham Forest, poi laureatosi campione d’Europa. Nel 1978-79 la coppia composta da Ross Jenkins e un giovane Luther Blissett (sì, proprio lui…) mise a segno ben 65 goal tra coppe e campionato, roba da leccarsi i baffi. Dopo un paio di stagioni di consolidamento in Seconda Divisione, ecco l’ennesimo salto di qualità, con lo storico primo approdo in First Division. Gli investimenti nel settore giovanile stavano dando i loro frutti. Sulle ali c’erano due giocatori di grande qualità come Nigel Callaghan e John Barnes, arrivato dal Sudbury Court e promosso rapidamente dalla squadra riserve. Nel magico 1981-82 della promozione nella massima serie, il Watford esordì allo Stamdford Bridge. Barnes, appena diciassettenne, si beccò gli odiosi “versi della scimmia” per 90 minuti. Non si scompose, trafiggendo la difesa dei Blues e contribuendo in maniera decisiva al 3-1 finale. Era l’inizio di nove mesi che entreranno per sempre nei cuori dei supporter giallo-rosso-neri. La notizia della conquista di un posto in First Division raggiunse Elton John in Norvegia, dove era per un concerto. Successivamente chiamò tutti i giocatori, per complimentarsi con loro. Il sogno si stava avverando.
L’ascesa degli Hornets sembrava veramente inarrestabile. Nel 1982-83 la matricola terribile si arrese solo al grande Liverpool. Secondi davanti al Manchester United e al Tottenham. Ma soprattutto, prima, fantastica qualificazione alle coppe europee, quattro anni in anticipo rispetto alla tabella di marcia fissata all’arrivo di Taylor. Ciliegina sulla torta, Luther Blissett capocannoniere con 27 reti. Un risultato che gli fruttò il passaggio al Milan, dove sappiamo tutti come andò a finire (male). Nel 1983-84 le Hornets sfiorarono la FA Cup. Dopo una cavalcata trionfale, dovettero ammainare bandiera bianca al cospetto dell’Everton nell’atto conclusivo. Elton John era in tribuna a trepidare per i suoi giocatori e a fine partita pianse lacrime amare, quasi sapesse che la bella favola del Watford era terminata senza il tanto atteso lieto fine. Il 1987 fu l’anno degli addii: Taylor si trasferì al Villa Park, Barnes al Liverpool, Elton John vendette la società (poi ricomprata nel 1997, prima di un ulteriore passo indietro dal ruolo di presidente nel 2002). Il club ha assaggiato solo di sfuggita il dolce sapore della Premier, ma tutto sommato non se l’è passata troppo male. Certo, finali di coppa o secondi posti in campionato nemmeno a parlarne…
Luca Manes
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