Amarcord
Milan: la storia di Akuetteh, 15enne sopravvissuto al coma: “Ora voglio diventare come Weah”
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10 anni agoon
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RedazioneIsaac Akuetteh dopo il grande spavento torna a sperare in un grande futuro con la maglia del Milan e con un mito nel cuore: George Weah.
Il giovane attaccante delle giovanili rossonere, 15 anni, nato in Italia da genitori ghanesi, entrò nel club all’età di dodici anni: “Fu un’emozione indescrivibile“, racconta ai microfoni di ‘Sport Mediaset’.
Tante speranze su di lui, il prestito al Varese in estate. Poi il 31 agosto il dramma: nei pressi della stazione dei treni di Cadorago, a Caslino a Piano, il ragazzo (che stava ascoltando la musica con le cuffie) non si accorge dell’arrivo di un treno e viene investito. “Non ricordo niente, nulla“, ammette oggi. Isaac viene trasferito in ospedale, la sorella Erika racconta quelle ore di terrore: “Mi chiamò questa persona dicendomi che Isaac aveva avuto un incidente. ‘Ma che tipo di incidente? E’ vivo?, gli chiesi. Non rispondevano, dissero solo che era stato travolto da un treno“. La paura è tanta: il 15enne finisce in coma farmacologico con un trauma cranico. La più bella notizia arriva dopo una settimana, quando si risveglia.
Di lui parla il responsabile delle giovanili rossonere Filippo Galli: “Isaac ha reagito bene, sono andato a trovarlo con il gruppo squadra dell’anno scorso e l’ho visto anche più aperto di come lo conoscevo“.
Il recupero procede all’ospedale Villa Sant’Anna e sta vivendo progressi sorprendenti, come confermato dal primario Enrico Antonio Tallarita: “La fibra del ragazzo ha determinato questo progresso così importante in pochissimo tempo“.
Presto il giovane Akuetteh tornerà a casa e ricomincerà la sua rincorsa verso la gloria. Lui nel mirino ha già una leggenda rossonera: “Il mio mito è Weah, per velocita e fisico ci assomigliamo. Ho anche una buona tecnica, devo solo trovare il suo senso del gol“.
“Quale insegnamento vorrei dare a chi ha coosciuto la mia storia? Non abbattersi e avere la volontà di tornare come prima”, conclude.
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