Italia, Conte si smarca da Prandelli: “Codice? Non mi serve”. E rivela: “A Tavecchio avevo detto no”

Antonio Conte si smarca da Cesare Prandelli.

Il salentino in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ spiega come sta procedendo il suo progetto Italia: “Mi pare che sia tornato entusiasmo intorno alla Nazionale, spero sia contagioso. Vogliamo riempire San Siro contro la Croazia. Per fare bene non basta il talento, il noi deve prevalere sull’io. Senza fuoco sacro non si può vestire la maglia azzurra, che deve equivalere a una conquista nella testa del giocatori“.

L’idea di calcio del ct è chiara: “Il 3-5-2 è un modulo che conoscono tutti, ora dobbiamo svilupparlo dando certezze ai giocatori. Dobbiamo centrare la qualificazione agli Europei, poi valuteremo i pro e i contro. In un mese dovremo creare una macchina da guerra, poi potremo inventarci qualcosa. Per esempio proporre Candreva come mezzala, un ruolo che ha già ricoperto“.

Chiare ed evidenti le differenze dal suo predecessore: “Il codice etico di Prandelli? Io sono diverso da lui, le mie regole sono chiare e codificarle non serve“.

Infine una rivelazione su quei giorni di luglio in cui accettò l’incarico: “Ero in Croazia in vacanza con le infradito. Poi mi ha chiamato Tavecchio e sulle prime gli ho detto di no. Il Presidente è però stato bravo a convincermi, così sono dovuto andare a rotta di collo a procurarmi un vestito per la conferenza stampa di presentazione“.