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Beat ‘em up, l’angolo del wrestling – I campioni del domani bussano, ma la WWE guarda al passato
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10 anni agoon
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RedazioneC’è un cortocircuito che sembra essersi impadronito della WWE. Ci sono infatti almeno quattro lottatori da tempo accomodati nella sala d’aspetto della gloria, senza però riuscire a spostarsi da lì. E ciò che poteva rappresentare la porta d’ingresso verso l’immortalità della disciplina, ora sembra somigliare sempre più a una prigione dorata.
Facciamo un breve riassunto. La cintura di campione assuluto, il WWE World Heavyweight Championship Title, è parcheggiata dallo scorso 21 luglio (!) sulle ingombranti spalle di Brock Lesnar e da allora è stata rimessa in palio in una sola occasione, il PPV Night of Champions (era il 21 settembre). E’ passato oltre un mese e ‘The Next Big Thing’, oltre a non essersi più fatto vedere sul ring nel mese e più trascorso nel frattempo, non ha un avversario designato per le Survivor Series, evento centrale della federazione da qui a fine anno.
Un occasione insomma propizia per un piccolo esercito di scalpitanti nuove leve, che potenzialmente hanno avuto settimane per conquistarsi un posto verso il paradiso. E negli show settimanali hanno fatto di tutto per meritarselo: Dean Ambrose e Seth Rollins stanno dando vita alla faida che in questo periodo più interesse sta suscitando nelle arene americane, sommando alle capacità sul ring innegabili doti di carisma anche al microfono. Nel modo migliore possibile, tra l’altro: entrambi da antieroi, nonostante sia evidente chi è il buono e chi il cattivo. Dall’altra parte ci sono Dolph Ziggler e Cesaro. Due dei migliori interpreti puri della lotta professionistica attualmente sotto contratto con la WWE, come hanno dimostrato nel doppio incrocio settimanale a Kansas City (RAW) e Wichita (SmackDown!). Lo svizzero è un purosangue del ring, lo ‘Show-Off’ è forse il miglior avversario possibile per chiunque: come fu per Shawn Michaels prima di lui, è in grado di rendere indimenticabile la contesa contro chiunque (recentemente anche Randy Orton) per la sua rara abilità nel gioco delle leve.
E invece. E invece a RAW è stato stabilito che il prossimo avversario di Lesnar sarà deciso a Hell in a Cell (già PPV povero, non avendo in programma battaglie per il titolo), nella notte tra domenica e lunedì, dalla contesa tra… John Cena e Randy Orton. Tanto per cambiare. Una nuova pagina di un libro sempre uguale (o quantomeno molto ripetitivo) che da ben dieci anni continua ad essere scritto con pochissime variazioni sul tema.
E il male di una federazione che avrebbe anche i mezzi per rinnovare e rinnovarsi, ma non li porta fino in fondo. C’è stato il (purtroppo) breve periodo in cui CM Punk e Daniel Bryan si erano conquistati, pur tra mille fatiche, lo status di primi attori della WWE, ma è stato un fuoco di paglia. E chi è venuto dopo di loro ora si sta trovando una sorta di muro davanti, tanto invisibile quanto invalicabile.
Se la WWE si guardasse alle spalle e rileggesse la sua storia scoprirebbe che uno dei suoi simboli di ogni tempo, Steve Austin, quasi dal nulla diventò King of the Ring a 32 anni e in un anno conquistò Royal Rumble e titolo assoluto. La federazione puntò su un giovane, e fece benissimo. Chris Jericho è diventato la leggenda che è anche grazie al titolo indiscusso ottenuto a soli 31 anni d’età. E in un’epoca in cui i pezzi da novanta a Stamford erano innumerevoli. Senza andare troppo lontano, lo stesso John Cena ai tempi del suo primo infinito regno da campione WWE aveva 28 anni.
Perché ora la WWE non riesce ad attuare operazioni analoghe? Perché continua a puntare sui soliti, stanchi cavalli da tiro esplosi dieci anni fa e che il pubblico non riesce più ad acclamare, e da tempo? Ambrose e Rollins sono ancora Under 30 (hanno rispettivamente 29 e 28 anni), Cesaro e Ziggler hanno già 34 primavere sulle spalle, pur sembrando due ragazzini agli occhi di molti.
L’esplosione di questi talenti deve arrivare in fretta e dev’essere la WWE a dare loro lo spazio che dette anni fa a quello che sarebbero diventate stelle assolute. In caso contrario continuerà ad essere per le grandi masse la federazione in cui avevano combattuto Hulk Hogan, Macho Man, The Rock, Steve Austin e – anni dopo – John Cena, Eddie Guerrero e Rey Mysterio. Ma in cui oggi non si sa chi lotti, perché la storia non la fa più.
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