Il Moviolone
Beat ‘em up, l’angolo del wrestling – Chris Jericho e John Cena: la WWE che prova a cambiare e quella che resta sempre identica
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10 anni agoon
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RedazioneC’è una WWE che pulsa e che vuole tornare a un wrestling adulto, con un ritorno al passato che in realtà somiglierebbe a un respiro verso il futuro. Ce n’è un’altra che invece ha tutt’altro che l’interesse a cambiare lo stato attuale delle cose. E la puntata di RAW andata in onda lunedì 8 settembre da Baltimora, Maryland, ha mostrato al mondo entrambe queste facce. Agli appassionati il compito di scegliere da che parte schierarsi.
La faccia più bella del cambiamento (che sia verso la tradizione o l’innovazione) ancora una volta è rappresentata dal capo biondo e l’espressione bellicosa di Chris Jericho. Dopo i buon segnali già mostrati nelle scorse settimane, la rockstar prestata al ring (che – ricordiamolo bene – è nata nel 1970 e tra due mesi avrà 44 primavere sulle spalle) ha ancora una volta rubato la scena nello show in rosso. Il suo match ha aperto la notte di Baltimora e lo ha visto opposto al solito Bray Wyatt (sempre più convincente anche sul ring l’ex Husky Harris, è giusto sottolinearlo) in una gabbia d’acciaio.
Tanti Steel Cage Match si sono succeduti negli ultimi anni, ma con un filo conduttore: chi raggiungeva la sommità della struttura o riusciva a evadere o tutt’al più precipitava al suolo dopo una colluttazione con l’avversario o suoi enforcers. L’ispiratissimo Y2J, invece, ha effettuato una Crossbody dalla cima della gabbia, una manovra (tanto spettacolare quanto gratuita, nessun vantaggio gli ha portato, ma il pubblico è andato inevitabilmente in estasi) sull’avversario, lanciandosi da cinque metri d’altezza. Non è casuale nemmeno l’atteggiamento che il canadese ha assunto, sbruffonesco come il suo personaggio vuole. Ma che suggerisce anche un concetto: i tempi saranno cambiati, ma questo è il wrestling che pratico io. Fatevene una ragione.
Chi non ha interesse a cambiare, invece, è il figliolo prediletto di quest’epoca WWE: John Cena. E lo scambio di vedute avuto con Paul Heyman lo ha evidenziato senza possibilità di equivoci. Interessante l’osservazione del manager di Brock Lesnar (campione che ha demolito non solo fisicamente Cena): perché il rapper di Boston da anni sopporta che buona parte del pubblico adulto nelle arene gli urli che fa schifo? Perché non reagisce, non necessariamente andando a brutto muso contro i suoi detrattori, ma quantomeno cercando di dare loro uno schiaffo morale mostrandosi come un lottatore finalmente adulto? Alla veneranda età di 37 anni non sente l’esigenza di smarcarsi dal personaggio in braghini e cappellino e senza macchia e senza paura che piace solo agli Under 12?
La risposta non si è fatta attendere, ed è stata negativa. In questi anni John Cena è stato per ben 15 volte campione assoluto. E’ di gran lunga il lottatore che genera più chiasso nelle arene in cui lotta, tra chi gli urla il suo tifo e chi gli esprime rumorosamente il proprio disappunto. E’ diventato in un modo o nell’altro l’immagine stessa del lottatore contemporaneo di wrestling. Che questo piaccia agli amanti della disciplina, tutto sommato, poco sembra importargli. Lui è di gran lunga il più vincente, celebre e chiacchierato performer della sua generazione. Da un cambio di attitudine avrebbe solo da perderci, probabilmente. Perché andrebbe a giocare su un campo che ha praticato solo per un anno su dodici di carriera.
E probabilmente gli amanti del wrestling che fu, che sperano incessantemente che il passato e il futuro vadano a ricongiungersi, dovranno probabilmente farci i conti.
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