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Editoriale Palermo – Tre punti gettati al vento
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10 anni agoon
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RedazioneNon si può buttare al vento cosi, al fischio finale e dopo un intero tempo in superiorità numerica, la vittoria nella gara d’esordio. Si è partiti col piede sbagliato e il mancato successo su una parigrado rischia di trasformarsi in una palla al piede in una stagione che comunque si preannuncia in affanno. Il pericolo è di ritrovarsi subito, visto il calendario prossimo venturo, in fondo alla graduatoria a dover inseguire.
Eppure c’erano tutte le premesse per un avvio squillante. Gol immediato, comando della gara, espulsione d’un avversario già prima della sosta, prospettive di controllo totale della gara. Ed invece è finita male. L’impegno non è mancato, in assoluto la vittoria sarebbe stata anche meritata, però c’è poco da recriminare se giochi tanto in superiorità numerica e non solo non riesci a raddoppiare, ma becchi un gol da polli allo scadere. Non è un bel segnale, considerati i precedenti.
A Iachini – al quale non giovano le premature voci di esonero e il cui nervosismo è apparso evidente – si contestano alcune scelte. Non c’era motivo per esempio di mettere un centrocampista di contenimento in più (Ngoy), offrendo ai genovesi decine di metri di campo e rianimandoli. Farli venire avanti, sfruttando gli spazi, aveva un senso se contemporaneamente ci si fosse affidati a un contropiedista per prenderli d’incontro. Avendo già due come Bolzoni e Barreto, tarantolati ma poco produttivi e che spesso finiscono la partita in ginocchio per il gran correre, non si avvertiva la necessità di un’ulteriore diga in mezzo. Il difetto era già presente l’anno scorso in B. Il Palermo non riesce proprio ad amministrare il pallone, calare il ritmo e far alzare la squadra. Il povero Vazquez, sfiancatosi, ha dovuto fare sia la punta sia il mediano e quando aveva il pallone tra i piedi non c’era davanti a lui nessuno da lanciare.
Sugli scudi il giovanissimo Dybala, al quale la Sampdoria porta decisamente fortuna. Il primo anno di A, le rifilò una doppietta. Domenica ha segnato, fatto ammattire la difesa ospite, determinato l’espulsione di Regini, pressato gli avversari. Praticamente perfetto. Al contrario di Rigoni. L’unico inserimento nell’ossatura della squadra dell’anno scorso (peraltro indebolita dalle cessioni di Lafferty ed Hernandez, i due maggiori realizzatori), fortemente voluto da Iachini, non riesce a dare ancora ai compagni geometrie e tranquillità e in molti si sono chiesti perché, visto che si riproponeva l’undici mattatore in B, non si è scelto Maresca. Anche questa formazione – come quella di Coppa – non ha futuro. Ci sono tanti titolari in pectore tra i nuovi acquisti da inserire, sperando che il loro acclimatamento sia sollecito, essendo tutti esordienti nel nostro campionato quindi dal rendimento imponderabile: un ennesimo azzardo, più che una scommessa, del temerario Zamparini. Azzardo che ricorda a tanti, purtroppo, quello della stagione della retrocessione. Anche allora la catastrofe iniziò con un pareggio-beffa alla prima in casa con una parigrado, il Cagliari, riuscita a riequilibrare l’incontro all’ultimo minuto. Ai tifosi non resta che fare gli scongiuri.
Antonino Pavone (www antoninopavone it)
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