Il Moviolone
Ciclismo, Tour de France: i grandi rischi nei giorni di calma
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10 anni agoon
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RedazioneIl copione della diciannovesima tappa sembrava già scritto con il solito finale.
Cioè, la fuga iniziale sarebbe stata ripresa e i velocisti si sarebbero giocati il successo allo sprint, con gli uomini di classifica a gestire le proprie forze in vista della cronometro.
Ma, Ramunas Navardauskas non era d’accordo ed è scattato sulla collinetta a pochi Km dal traguardo, nel momento in cui Marcel Kittel naufragava stremato dalla fatica.
Il lituano della Garmin-Sharp prendeva subito un tale vantaggio che le squadre dei velocisti si sono viste costrette ad alzare il ritmo, operazione molto pericolosa sotto la pioggia.
A circa 3 Km dall’arrivo a Bergerac, Peter Sagan è volato a terra coinvolgendo diversi uomini alle sue spalle tra cui Romain Bardet, quinto della generale.
A quel punto, il plotone si è completamente sgranato e all’inseguimento del fuggitivo sono rimasti in pochi.
I big sono rimasti staccati, con i soli Pinot e Valverde a giungere vicino ai primi, mentre Nibali era attardato di oltre un minuto.
Peraud era molto più indietro rispetto alla maglia gialla e, addirittura, Bardet ancora più lontano.
Nelle tappe di pianura, per evitare perdite di secondi o minuti ai migliori in caso di caduta, il tempo viene neutralizzato a 3000 metri dalla linea di arrivo e, fortunatamente, in questa situazione si sono salvati e sono stati accreditati dello stesso distacco del secondo classificato Degenkolb.
A volte, accadono incidenti inaspettati in giornate apparentemente tranquille, ma l’alta velocità, l’asfalto bagnato e la stanchezza possono creare dei gravi problemi con il rischio di pesanti perdite oppure di gravi infortuni.
A due giorni dalla fine, l’indecisione per alcune posizioni di classifica verrà fugata dalla cronometro di 54 Km da Bergerac a Périgueux, ma bisognerà tenere una alta concentrazione anche nella passerella conclusiva sui Campi Elisi, dopo cui ci si potrà rilassare.
Navardauskas è il primo lituano a trionfare alla Grande Boucle, innalzando finalmente la propria bandiera molti anni dopo rispetto ai cugini lettoni (con Ugrumov) ed estoni (con Kirsipuu).
Riccardo Tempo
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