Il Moviolone
Ciclismo, Tour de France: la leggenda di Nibali in un ciclismo diverso dal recente passato
Published
10 anni agoon
By
RedazioneSulla salita di Hautacam, Vincenzo Nibali ha compiuto una grande impresa, staccando di oltre un minuto gli avversari migliori e trionfando per la quarta volta a questo Tour.
Ha collezionato le sue vittorie su asperità diverse tra loro ed è uno dei pochi nella storia ad aver alzato le braccia al cielo sia sui Vosgi sia sulle Alpi sia sui Pirenei, oltre al successo sulle côtes inglesi tra York e Sheffield.
In questa ultima prova in montagna, ha deciso di dare il massimo e nessun rivale ha nemmeno provato a restargli in scia.
Peraud, fino a ora l’unico a rimanere un paio di volte con il siciliano, è stato ridimensionato assieme ai vari Pinot e Van Garderen mentre, addirittura, Bardet e Valverde sono sprofondati a quasi due minuti.
Invece, Rafal Majka ha dimostrato coraggio e ottima tenuta, andando a vincere la classifica finale di miglior scalatore mantenendo tredici punti sul campione italiano.
E’ curioso che Nibali sia scattato subito dopo l’allungo di Chris Horner, il 42enne americano che si è scoperto improvvisamente un fenomeno alla Vuelta 2013 dove battè proprio il messinese al termine di un duello incredibile in salita.
Le vittorie di Nibali sono state viste con sospetto da qualche addetto ai lavori, che lo ha accusato di andare troppo forte in salita e di avere diverse persone coinvolte in storie di doping nel proprio team.
In realtà, senza voler mettere la mano sul fuoco per nessuno, la maglia gialla ha avuto una evoluzione costante anno dopo anno ed era già tra i migliori nelle categorie giovanili.
Inoltre, ha sempre perso da avversari poi squalificati oppure in pesante sospetto di pratiche proibite e, ora che molti di questi rivali sono scomparsi dalle strade o hanno ridimensionato notevolmente le proprie prestazioni dopo l’introduzione del passaporto biologico, ha raggiunto l’elitè mondiale nelle grandi corse a tappe, battendo corridori nettamente inferiori a lui.
Tra l’altro, non lo abbiamo mai visto realizzare scatti incredibili sulle salite come vari illustri predecessori, che riuscivano a tenere ritmi infernali (ben più alti dei suoi) per lunghissimo tempo né staccare tutti di diversi minuti a cronometro.
Vincenzo è un uomo normale sia negli atteggiamenti in gara sia al di fuori dalle competizioni e il suo team ha reso pubblico ogni suo dato di questo Tour senza nascondere nulla come fatto di recente dal Team Sky per i suoi alfieri.
Inoltre, il manager dell’Astana Vinokourov, sospeso da corridore, non ha nulla a che vedere con le sue tabelle di preparazione, gestite invece dal suo storico allenatore Paolo Slongo, sempre estraneo a qualsiasi vicenda dubbia.
Il cambiamento del ciclismo si denota anche dai tempi realizzati sulle varie salite: per esempio, a Hautacam nel 1996, Bjarne Riis volò in 34’35” mentre Nibali ha impiegato circa 37’30”.
Perciò, il siciliano sarebbe stato spazzato via da numerosi ciclisti degli ultimi venti (o forse anche più) anni che, poi, avrebbero in molti subito sanzioni e, tenendo conto che Riis era nettamente inferiore sulle ascese rispetto a protagonisti come Pantani e Armstrong, il dato cronometrico del nostro atleta è il simbolo di una svolta epocale in cui, pur essendoci ancora qualche imbroglione, il livello medio si è assolutamente abbassato e le corse sono tornate molto più divertenti.
Ora, mancano solo tre giornate alla conclusione, due per velocisti e una a cronometro.
La sfida più appassionante sarà per il podio tra Pinot, Peraud e Valverde poiché gli altri appaiono troppo distanti per una possibile rimonta.
Al momento, Vincenzo Nibali comanda con 7’10” su Thibaut Pinot.
Riccardo Tempo
You may like
Javi Moreno prometteva: “Io e Sheva faremo 40 gol”
VIDEO – Antonio Petrazzuolo a Calcissimo TV: “Napoli penalizzato col Genoa, 2 rigori che gridano vendetta!”
VIDEO – Quando Caressa diede lezioni di prospettiva a Galliani…
29 marzo 1981, Kallonisset diventa Van Kallon
Amaral, storia di un becchino prestato al calcio!
Per Ferlaino era meglio di Baggio, ma la verità è che Beto… Era un bidone!