Il Moviolone
L’amarezza di Hackett: “Dovevo giocare, vivo o morto. Dall’Olimpia Milano mi aspettavo più tutela”
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10 anni agoon
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RedazioneDaniel Hackett si apre ai microfoni del ‘Corriere dello Sport’ e torna sulla querelle dei giorni scorsi, esplosa dopo il suo abbandono del ritiro della Nazionale italiana a Trieste.
“Andare via è stato uno sbaglio – l’ammissione del giocatore dell’Olimpia Milano –. Ma ho perso la testa quando ho visto che Melli poteva tornare a casa e io no. Se mi sono sentito abbandonato da Milano? No, però sorpreso sì. Mi sentivo nel giusto dopo essere stato visto dallo staff medico della mia società, che sapeva bene quali erano le mie condizioni fisiche. Anzi lo sapeva tutta l’Italia, dato che i playoff sono stati trasmessi in tv. Per cui, anche se capisco l’etica societaria dell’Armani e so che hanno ottimi rapporti con la Federazione, mi aspettavo una tutela maggiore, visto che sono un loro giocatore“.
“A Trieste c’era anche Fioretti, vice dell’Armani – prosegue Hackett –. Lui mi ha visto strappato in gara 5, non è strano? Sono amareggiato per la disparità di trattamento, perché voler fare il contrario di quanto stabilito dai medici di Milano? La mattina stessa avevamo concordato che la cosa migliore era concentrarsi sul recupero. Non so cosa si vuol fare di me, se un capro espiatorio o uno strumento di pubblicità. So solo che con me non c’è mai stata chiarezza in Nazionale. Ognuno fa quello che gli pare, io invece quest’anno dovevo andare in campo per forza. Vivo o morto“.
“Quando iniziai la preparazione con gli Azzurri, USC mi intimò di tornare in NCAA, ma io chiesi di restare e mi beccai tre giornate di squalifica che scontai per amore della Nazionale – ricorda poi Hackett –. Lo dico a chi mi accusa di non tenere a questa maglia, come se non fossi italiano. Questa è la cosa che più mi fa male, ma ho le spalle larghe e vado avanti“.
Ora, però, c’è il rischio di una squalifica di 5 mesi. “Posso solo essere paziente, aspettare la decisione e quando questa arriverà accettarla. E se squalifica sarà, l’Olimpia farà la sua scelta. Se rompessero il contratto? Mi dispiacerebbe molto, ma la posizione del club è stata molto chiara. Io comunque resto convinto che se venerdì ci fosse stato Pianigiani a Trieste non sarebbe successo tutto questo“.
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