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Ciclismo, Tour de France: presentazione della 14a tappa da Grenoble a Risoul
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10 anni agoon
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RedazioneLa quattordicesima tappa si snoderà da Grenoble a Risoul sulla distanza di 177 Km con arrivo in salita.
Il percorso prevede tre Gran Premi della Montagna e, probabilmente, sarà il più arduo affrontato finora.
Nella prima metà, si scalerà il Col du Lautaret, lungo ben 34 Km a una pendenza del 3,9% con la vetta posta a 2058 metri.
Poi, dopo un’interminabile discesa, al Km 113,5 si attaccherà il leggendario Col d’Izoard di 19 Km al 6% con scollinamento a 2360 metri.
La cima più alta del Tour è dedicata a Henri Desgrange, ideatore della corsa francese e direttore dal 1903 al 1939.
Infine, dopo un’altra lunga discesa, si giungerà sul Montée de Risoul di 12,6 Km al 6,9%.
I favoriti della seconda tappa alpina sono ancora gli scalatori.
L’inedita erta conclusiva, scalata al Tour de l’Avenir nel 2010 e al Delfinato nel 2013, è più semplice rispetto a Chamrousse viste le pendenze leggermente inferiori con 5,6 Km in meno da percorrere.
Ma, l’infinito Lautaret e il severo Izoard metteranno in croce molti corridori e sul Montée de Risoul si potrebbero vedere dei copiosi distacchi.
Inoltre, è prevista un’altra giornata calda, tenendo pure conto delle fatiche accumulate proprio a Chamrousse.
Non dovrebbero esserci attacchi prima di Risoul, anche se qualche temerario potrebbe allungare sulla discesa dell’Izoard.
Vincenzo Nibali potrebbe affondare il colpo nel finale per aumentare il proprio vantaggio sugli avversari, che non sembrano essere in grado di seguirlo.
Tra l’altro, il giorno successivo prevede pianura a cui seguiranno ventiquattro ore di pausa in attesa dei Pirenei e, dunque, non ci dovrebbe essere alcun calcolo.
Invece, proseguirà il duello per il podio finale tra Valverde, Bardet, Pinot e Van Garderen con i due francesi a giocarsi anche la maglia bianca di miglior giovane.
Il Col d’Izoard è una vetta classica della corsa transalpina su cui, nell’esordio del 1922, passò in testa il belga Philippe Thijs.
Dopodichè, molti altri grandi campioni iscrissero il proprio nome nella storia della montagna, tra cui gli italiani Bartolomeo Aymo (2 volte), Gino Bartali (2 volte), Fausto Coppi (2 volte), Imerio Massignan, Claudio Chiappucci e Stefano Garzelli.
Sulla cima, c’è una stele dedicata a Fausto Coppi e all’immenso transalpino Louison Bobet, unico ad aver svettato al comando per tre volte.
Riccardo Tempo
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