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Meteore del calcio – Vikash Dhorasoo: fallì al Milan come mediano e al cinema come regista
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10 anni agoon
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RedazioneCapita, di tanto in tanto, che il calcio racconti qualche storia di questo o quel protagonista della sfera di cuoio che, dopo aver fallito sui campi da gioco, riesca a riciclarsi in un settore diverso e a inventarsi una professione del tutto nuova. Uno di questi, sicuramente, non è Vikash Dhorasoo.
Nato in Normandia da genitori provenienti dalle Isole Mauritius, il giovane Vikash si afferma nel Le Havre per poi esplodere nel formidabile Olympique Lione di Paul Le Guen, con cui si laurea due volte campione di Francia giocando da protagonista. Su di lui posa quindi gli occhi il Milan, fresco di scudetto vinto e che vuole aggiungere al centrocampo tutto fosforo composto da Pirlo, Seedorf, Rui Costa e Kakà un abile incontrista che possa dare respiro a Gattuso e Ambrosini. L’arrivo del mediano francese sembra una vera e propria occasione, visto anche che l’operazione si conclude a parametro zero.
Ad applaudire il suo acquisto c’è il grande ex Marco Simone, che lo definisce il giocatore più forte del campionato francese, e anche mister Carlo Ancelotti al momento della sua presentazione sprizza entusiasmo: “Dhorasoo è un giocatore essenziale e un uomo intelligente. Ha senso dell’umorismo, cultura, gli piace conoscere le cose. Una bella persona“. Contestualmente Dhorasoo non si nasconde: “Saranno due anni straordinari, coronati da tante soddisfazioni e successi collettivi sia in campo nazionale che internazionale“. Previsione poco profetica.
Frenato dal suo fisico minuto (non arriva al metro e settanta di altezza) che lo rende inadatto al calcio italiano e chiuso da una concorrenza spietata, Dhorasoo finisce presto nel dimenticatoio: gioca solo 16 spezzoni di partita e l’unico gol che realizza, contro il Bologna, gli viene inspiegabilmente annullato. Oltretutto con la sua dichiarazione non porta nemmeno troppa fortuna, dato che a maggio il Milan perde a Istanbul la Champions League contro il Liverpool dopo essere andato al riposo, all’intervallo della finalissima, in vantaggio per 3-0.
Il poco spazio trovato in rossonero lo induce a tornare in patria, al Paris Saint-Germain (un trasferimento su cui addirittura la polizia finanziaria francese apre un’indagine, per sospetti sul bilancio del club): vuole giocarsi le sue carte per essere convocato ai Mondiali. E a sorpresa, all’età di 33 anni, ce la fa. In Germania però giocherà solo per una manciata di minuti.
Da qui la grande idea: sfondare come regista. Dhorasoo gira ‘The Substitute‘, film amatoriale realizzato con una sua telecamera di proprietà in cui racconta l’esperienza in Germania vissuta ai margini del gruppo guidato da Domenech. Il documentario, da filmino amatoriale, si trasforma però in un piccolo caso, tanto da finire persino al Festival del Cinema di Berlino. Il risultato professionale, per Dhorasoo, è l’allontanamento dalla nazionale con tanto di aspre critiche dei compagni, secondo i quali le immagini diffuse sono private. Addirittura Domenech lo invita a “cambiare mestiere”.
In ritorno in patria è costellato di problemi e, dopo qualche mese a giocare con la Primavera, a ottobre il PSG lo licenzia. Intanto il suo film è stato visto in Francia da meno di 20mila spettatori. “E’ stata comunque una bella avventura“, commenta lui.
Che non demorde. Nel 2007, dopo quasi un anno di inattività, riparte dal Livorno, facendo esultare i tifosi ai quali si ritiene affine per motivi politici. Camolese però non può che notare il suo fisico, ormai decisamente tondeggiante. E, dopo averlo fatto scaldare con la Lazio, lo fa riaccomodare in panchina. Non scenderà mai in campo e l’11 gennaio 2008, annuncerà il ritiro, per tentare una terza carriera, quella di giocatore di poker professionista.
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