Il giorno del Consiglio Federale: in pole come ct c’è Guidolin. Ma a vincere sono caos e dubbi…

E’ giunto il giorno del Consiglio Federale che dovrebbe diradare alcune delle nuvole che rendono plumbeo il cielo del calcio italiano. Ma sembra difficile che possa tornare immediatamente il sereno.

Giancarlo Abete infatti lascerà la poltrona di presidente della Figc dopo 7 anni, 2 mesi e 28 giorni. Per la sua successione il favorito pare essere il 70enne Carlo Tavecchio, appoggiato dai due vicepresidenti Mario Macalli e Claudio Lotito. In caso di sua vittoria, l’Italia ripartirebbe dal basso profilo, con un lavoro sui vivai e un commissario tecnico senza troppe pretese economiche.

In pole position ci sarebbe quindi Francesco Guidolin, un tecnico esperto e poco avvezzo ai grandissimi palcoscenici, ma senz’altro abile a lavorare con i giovani e con in mente un’idea di calcio propositiva. Se fosse il veneto a ereditare la panchina di Prandelli, probabilmente verrebbe ingaggiato come chioccia per un ct giovane ma di grande valenza simbolica come Antonio Cabrini o Paolo Maldini.

Restano forti, però, anche le candidature di Roberto Mancini e Massimiliano Allegri. Il primo piace agli attuali vertici federali per il suo palmarès e il suo profilo internazionale, ma arriverebbe solo in caso di una decisa sforbiciata allo stipendio. Il secondo è fortemente sponsorizzato da uno dei nomi forti in Lega Calcio, quell’Adriano Galliani con cui i rapporti sono sempre stati molto solidi al Milan, tanto da deglutire controvoglia un esonero voluto soprattutto dalla famiglia Berlusconi.

Queste le carte sul tavolo. E sembra difficile che le varie componenti – il vicepresidente federale Albertini, Beretta (Serie A), Abodi (Serie B), Macalli (Lega Pro), Tavecchio (Dilettanti), Tonelli (Calcio a 5), Tommasi (Aic), Ulivieri (Allenatori) e Nicchi (Arbitri) – riescano a giungere a una decisione in tempi stretti.