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Mondiali 2014: Prandelli come Mazzarri, quando le scelte tecniche non portano da nessuna parte
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10 anni agoon
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RedazioneL’Italia perde inopinatamente contro la Costa Rica, ma ciò che più spaventa è la figura fatta dagli Azzurri nella ripresa, dopo un primo tempo che in qualche modo aveva avuto una sua logica tattica: possesso palla italiano, Ticos bravissimi a chiudere tutti gli spazi, gol di Ruiz al termine di una decina di minuti di pressione dei ragazzi di Pinto.
Impossibile invece trovare qualcosa di buono nella seconda frazione: Prandelli cambia impostazione tattica tre volte, rinunciando fin da subito al 4-1-4-1 sul quale aveva puntato sin dall’arrivo in Brasile e che tanti elogi aveva raccolto contro l’Inghilterra. Oltretutto l’ingresso di Cassano scombina l’assetto della Nazionale, incapace di costruire anche solo un’azione nitida. Per non parlare della non abitudine di ‘FantAntonio’ e di Balotelli ad aiutare nella fase difensiva, proprio in una partita in cui gli avversari attaccano a folate con dieci uomini, o quasi.
Poi entra Insigne e dal 4-1-3-2 (?) si passa a un 4-2-3-1 con cui l’Italia non si era mai esibita nella marcia di avvicinamento al Mondiale (con buona pace del 4-3-3 proposto contro la Fluminense e rivisto nel secondo tempo con l’Inghilterra). Il risultato è un’assenza totale di idee, una prova mortificante di Insigne e Cassano e un crollo atletico di uomini chiave come De Rossi, Marchisio e Candreva, tutti costretti a giostrare in posizioni o schemi ai quali non sono stati preparati. Forse corretta, ma certamente tardiva, la mossa Cerci. Ma l’ala del Torino non ha il tempo necessario per inserirsi nella manovra italiana e quando entra i suoi compagni sono ormai sulle gambe. Il tutto mentre in panchina scalpita un Ciro Immobile con 22 reti stagionali nella gambe e l’ottima figura contro la ‘Flu’ nella testa.
Una serie di scelte sbagliate, che non possono che evocare alcuni recenti secondi tempi dell’Inter, con Walter Mazzarri smanioso di recuperare partite difficili e disposto a rinunciare al suo credo tattico inserendo giocatori offensivi, ma stravolgendo l’assetto della squadra. Un brutto segno in attesa del decisivo match di martedì: a Natal bisogna affrontare l’Uruguay con due certezze. Non si può perdere la partita, ma soprattutto – se le cose dovessero mettersi nel modo sbagliato – non si deve perdere la testa.
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