Così non VAR
Futuri campioni – Daniel Bessa: piccoli Sneijder crescono
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10 anni agoon
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RedazioneBrasiliano, classe 1993, trequartista di ruolo, ma, all’occorrenza pure ala o seconda punta. Daniel Bessa è il classico predestinato, dotato di quel talento naturale che distingue un buon calciatore da un potenziale fuoriclasse. Nel marzo 2012, con il numero 10 sulle spalle, guida l’Inter Primavera, allora guidata dal “Guru dei giovani” Andrea Stramaccioni, ad uno storico primo successo nella neonata Next Generations Series, la Champions League dei piccoli.
Nell’interminabile, estenuante finale contro l’Ajax, Daniel inventa l’assist per il gol del momentaneo vantaggio nerazzurro firmato Longo e poi, con personalità da veterano, si presenta per primo sul dischetto per dare inizio alla roulette dei rigori che deciderà il match in favore dell’Inter. La sua trasformazione dagli 11 metri è impeccabile: freddezza, tecnica e precisione.
Dopo il trionfo europeo a livello giovanile, la società spedisce Bessa in provincia, a Vicenza, per un primo approccio al calcio dei grandi. Il suo impatto con la Serie B non è dei più semplici, complice anche un infortunio, per questo, nel luglio del 2013, il ragazzo si trasferisce in Portogallo, all’Olhanense di Igor Campedelli.
Il rapporto col tecnico Paulo Alves però non decolla e così, nel gennaio scorso passa in prestito allo Sparta Rotterdam. I punti di forza di Daniel sono il tocco di palla vellutato, una tecnica non comune unita a un estro e a una velocità di pensiero che lo rendono capace di giocate semplicemente impossibili per molti dei suoi coetanei.
Benché non sia facile e forse nemmeno giusto paragonare un giovane talento a un campione già affermato, nel tentativo di descriverlo a chi ancora non lo conoscesse, lo accosteremmo a Wesley Sneijder per la genialità di alcuni suoi colpi e la classe innata che ne contraddistingue l’incedere palla al piede.