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Editoriale Roland Garros – Errani in crisi, giustiziata dalla Petkovic
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10 anni agoon
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RedazioneSara Errani ha molte attenuanti per la sconfitta cui è andata incontro nel tardo pomeriggio a Parigi. Oltrechè la potente Andrea Petkovic, sulla strada della nostra tennista si è messo di mezzo anche il maltempo che ha fatto rinviare l’ordine di gioco di tre ore, inizialmente previsto per le 14: quando poi si è sceso nella fossa rossa, le condizioni climatiche hanno spostato il pendolo della sfida verso il tennis della giocatrice tedesca. L’umidità rallentava i colpi e le rotazioni di Sara, la quale diventava via via incapace di rallentare il frenetico ritmo imposto dalla Petkovic a suon di lungolinea di rovescio (il miglior colpo) o accelerazioni di dritto.
Sara non è apparsa sé stessa, indebolita dal forte vento che le alterava il lancio di palla di un servizio stilisticamente inguardabile con quella racchetta dietro la testa durante il lancio di palla: le battute uscivano piatte, senza kick, lente (non oltre ai 115 orari) e all’altezza ideale per la tedesca, cioè appena sopra i fianchi. Nel primo set Errani conquistava la miseria di sei vincenti a fronte dei ventiquattro della Petkovic: la nostra tennista, come se non bastasse, perdeva il servizio sette volte in maniera netta (due volte a zero, tre a 15, due ai vantaggi). Un massacro. Dovuto a cosa? Stanchezza? Sara è uscita a pezzi dagli Internazionali di Roma a causa delle dieci gare in una settimana, fra singolare e doppio. “Contro la Jankovic ero già morta, sono andata avanti per la forza nervosa: oggi i quadricipiti non mi rispondevano” confessa a fine gara.
È una risposta non convince perché, come fa notare il puntuale Ubaldo della “dinastia” Scanagatta, Errani un anno fa aveva giocato sedici gare in più rispetto a oggi, quattordici di singolare e due di doppio. Il fatto è che la conformazione fisica di Sara Errani la costringe a giocare un tennis di rincorsa, che parte già in svantaggio dopo il servizio che non può spingere oltre certe velocità: le avversarie le stanno prendendo le contromisure e se non rafforzerà la prima, sarà dura. Interviene, come piena prova, il precedente di Madrid con la Petkovic: lì Sara ha controllato la tedesca punto dopo punto fino alla vittoria. A Parigi è accaduto l’esatto contrario.
Un ragionamento analogo, di aggiustamenti in corso d’opera, lo si può fare per Nadal con Ferrer: quando si tratta di giocare tre set su cinque, il mancino di Manacor vince; quando, invece, le partite si fanno più brevi e più frenetiche è il castigliano destrorso ad avere più chance di vittoria. Nadal non ha fatto altro che cambiare tennis per confermare la sua supremazia su questa superficie. Nel terzo e quarto set ha concesso solo tre errori gratuiti: una mostruosità se si pensa alla prima ora e mezzo di gioco lento e appannato. Nella sua nona semifinale parigina Rafa affronterà Andy Murray, che ha battuto al quinto set Gael Monfils nella terza “Murrathon” di questo Roland Garros.
Alessandro Legnazzi (Twitter: @lusciandru)
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