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Ancelotti vs Simeone: Madrid centro del mondo per una notte
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11 anni agoon
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RedazioneMadrid, almeno per un giorno, si veste indiscutibilmente, tra onori e clamori, da capitale europea del calcio.
Stasera, infatti, Real e Atletico, le due anime pedatorie della capitale spagnola, si daranno appuntamento a Lisbona, stadio Da Luz, per disputarsi la finale di Champions League in un testa a testa di raro e intrigante impatto emozionale. Entrambe sono giunte a questo significativo appuntamento anche mediatico non senza fatica ma con pieno merito, soprattutto l’undici del “Cholo” Simeone, per nulla accreditato, ai nastri di partenza, per un così importante epilogo di stagione.
Ma non saranno solo Real e Atletico a confrontarsi vicendevolmente; all’interno della partita, ci sarà infatti anche un altro confronto-scontro tra due allenatori che, con diverse ragioni e motivazioni, hanno calcato professionalmente, anche da calciatori, il nostro campionato, Carlo Ancelotti e, appunto, Diego Pablo Simeone. I due, da tempo ormai, si apprezzano e si stimano, su questo non ci sono dubbi, ma vogliono entrambi fare di tutto per lasciare un segno tangibile del loro anche recente trascorso, in calce ad una gara certamente fantastica a chiusura della quale vedremo scorreranno definitivamente e senza grandi rimpianti per i team italiani, i titoli di coda e il classico “the end” su questa stagione agonistica.
Il “Cholo” il timbro sul cartellino lo ha già abbondantemente messo regalando ai tifosi colchoneros il decimo titolo della Liga e naturalmente, con l’entusiasmo e l’eccitazione che contraddistingue il personaggio, non disdegnerebbe affatto fare il bis entrando immediatamente, di diritto e dalla porta principale, nella Storia del club biancorosso; sul fronte opposto c’è però un Ancelotti che vorrebbe prendersi, senza perdere ulteriore tempo, la rivincita conquistando a sua volta l’ennesima Champions League (ne ha già vinte due, da allenatore, col Milan…) della sua già luminosa e gratificante carriera in panca. Se così fosse, sarebbe la Decima per le merengues, quella più ambita, quella più desiderata, quella più agognata. E anche per il Carletto nazionale gli entusiasmi si sprecherebbero con dediche, epigrafi e consacrazioni di vario genere a “imperitura memoria” oltre a un prolungato e ricchissimo adeguamento del contratto.
E noi, poveri illusi, con tutto il nostro bagaglio d’amore e d’affetto per i colori rossoneri, quanto dovremo ancora stare a guardare senza provare l’orgoglio dei protagonisti?
Elio Arienti
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