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Editoriale Palermo – E’ il Carpi la bestia nera
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11 anni agoon
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RedazioneE’ durata un intero girone l’imbattibilità del Palermo. Ancora una volta, l’incrocio con il Carpi è stato fatale ai rosanero che hanno perso in circostanze che potrebbero definirsi singolari se non si fossero già prodotte, a grandi linee, all’andata, proprio contro l’undici di Pillon. Anche in quel caso, l’incrocio nefasto assunse le sembianze dell’uomo in giacchetta nera. Candussio a dicembre, Minelli sabato pomeriggio. Anche stavolta sono le polemiche e le recriminazioni a tenere banco e se la promozione dei locali non fosse stata già in cassaforte, e da tempo, certo gli effetti sul piano delle sanzioni disciplinari sarebbero stati ben maggiori.
Lamentarsi del giudice di gara, non è da grande squadra, è vero. Però quando è troppo è troppo. Checchè ne dicano i selezionatori, il livello medio della classe arbitrale in serie B è infimo e una delle ragioni di sollievo dei tifosi rosanero nell’abbandonare la cadetteria è proprio quello di non assistere più ad incontri di calcioni, più che di calcio. Intendiamoci, il Carpi ha giocato probabilmente l’unica forma di partita che poteva giocare e, dal suo punto di vista, può anche andarne fiero. La signorilità sportiva non si può pretendere da squadre costrette a sopperire con l’agonismo all’handicap tecnico. Non si può pretendere che gli avversari ti spianino la strada. Ma il rispetto del regolamento sì. Tanto più dall’uomo che deve farlo rispettare.
Ma andiamo ai fatti. Al fischio d’inizio, Minelli dà un penalty agli ospiti: ci può stare. Poi ne nega uno chiaro e ne concede uno dubbio al Palermo. Dybala tira e sbaglia. Poco dopo i rosa pareggiano con Bolzoni. Nel frattempo però hanno già dovuto bruciare due sostituzioni per infortunio a Vitiello e Barreto vittime del gioco duro degli ospiti. Belotti si becca una gomitata in faccia a palla lontana e l’arbitro non interviene. Ma Minnelli si supera a fine frazione: Vazquez gli si avvicina e gli mostra una lunga ferita sanguinante alla gamba per dimostrargli… l’affetto dei emiliani e lui gli sventola il rosso. Siamo al grottesco. In perfetta coerenza con una partita in cui tutto gira al rovescio, è persino normale che venga espulso per proteste… un muto. El Mudo è infatti il soprannome dell’argentino Vazquez, per la sua inclinazione al silenzio e a subire falli in serie con rassegnazione. Iachini sembra scoppiare: per fortuna, memore di quanto accaduto all’andata (cinque espulsi tra i rosa, lui compreso!), si infila negli spogliatoi a sfogare la rabbia per la piega presa dagli eventi.
Di calcio giocato non è forse il caso neanche di parlare. Il Palermo, già in formazione rabberciata per assenze e scelte tecniche, palesa i soliti stenti casalinghi e tuttavia sforna occasioni da gol e meriterebbe ampiamente il vantaggio. Pur in inferiorità numerica ed impossibilitato ad effettuare sostituzioni, pressa consentendo al portiere Colombi di guadagnarsi il titolo di salvatore della patria. Sfruttando superiorità propria e stanchezza altrui, il Carpi raddoppia con Pasciuti e si porta a casa una vittoria prestigiosa e l’inopinata fama d’aver sottratto sei punti su sei alla corazzata del torneo. Per il Palermo una battuta d’arresto fastidiosa e che vale il record d’imbattibilità in Europa nel 2014 tra i professionisti, ma che cambia poco: il primato assoluto di punti rimane alla sua portata e di Carpi ce n’è uno solo. Per fortuna.
Antonino Pavone (www antoninopavone it)
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