Pagelle Juventus
Editoriale Juventus – Llorente come Bettega, Conte come nessuno
Published
11 anni agoon
By
Redazione31 ottobre 1971, stadio San Siro. Milano. Sono quasi le 15 quando 85mila persone (forse anche di più) stanno per diventare testimoni oculari di uno dei primi colpi più incantevoli del calcio: quello di tacco. Altri tempi, altro sport. Si giocava ancora in un orario non dettato da canoni televisivi, in uno stadio che solamente nove anni dopo sarebbe stato attribuito all’onore e gloria del grande Giuseppe Meazza.
Ciò che accadde in quel pomeriggio fece storia. Da una parte la Juventus di Vycpalek, dall’altra il Milan del “paròn” Nereo Rocco. Verso la mezz’ora, Franco Causio decide di scartare la difesa rossonera: si lascia Rivera alle spalle, punta dritto Anquilletti, lo aggira sulla destra e a occhi chiusi mette al centro un pallone che Roberto Bettega spinge in porta di tacco. Fabio Cudicini, detto il “ragno nero” per il colore della casacca che indossava fra i pali, gli tributa un applauso prima di raccogliere la palla in fondo alla rete.
Quarantatré anni dopo, la cronaca consegna alla storia un altro frammento di memoria: Fernando Llorente, in una complicatissima gara a Reggio Emilia, emula il gesto di Bobby-gol, un incrocio grazioso delle sue lunghe gambe eseguito su un fazzoletto d’erba. Quasi un passo di danza classica. I grandi aficionados non potranno, certo, dimenticare il colpo di tacco di Del Piero in un derby del 2002, stravinto 4-0: vero, però quella era un’acrobazia volante, una pennellata di Pinturicchio su una tela ancora da dipingere.
Nella storia della Juventus, Llorente non lascerà mai la stessa impronta di Bettega. Non tentiamo d’incastrare le tessere di questo puzzle perché sarebbe uno sforzo invano: col tacco al Sassuolo, però, il rey león si è avvicinato a questa figura miliare capace di realizzare 129 gol in tredici stagioni. Llorente è in piena media inglese ma difficilmente raggiungerà così tanti anni di militanza in bianconero, quindi ad majora.
Se la classifica di Serie A tenesse celato il punteggio di ogni club, questa Juventus farebbe credere a molti, forse a tutti, che sarebbe alla pari o addirittura dietro la Roma: invece le è davanti di otto punti. La differenza la fa proprio la suggestione che la squadra di Conte riesce a trasmette ogni partita, mai sazia di vittorie: trenta in questa stagione, e col record societario di punti (92) superato di una lunghezza. Sempre agli aficionados, non sarà di certo passato inosservato che anche quella Juve di Bettega, nel 1971, vinse lo scudetto.
Alessandro Legnazzi (Twitter: @lusciandru)
You may like
Dal Newton Heath al Manchester Utd: quando i Red Devils non erano diavoli e neppure rossi
Quella volta che… Sylvester Stallone parò un rigore alla Germania
FOTO – Il Bayern vince ancora, ma a festeggiare non c’è proprio nessuno…
VIDEO – Ricordate Diego Forlan? Gioca e segna ancora, ma nella Serie B giapponese!
18 gennaio 1953, quella volta che Amadei al 90′ fece esplodere il Vomero e piangere la ‘Signora’
Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”