Amarcord
Mancini e il ricordo di Boskov: “Da lui lezioni inestimabili e l’affetto oltre il lavoro. Ha reso felice la mia giovinezza”
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11 anni agoon
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RedazioneUno dei simboli della Sampdoria che Vujadin Boskov consegnò alla storia del calcio italiano c’era Roberto Mancini, che oggi ricorda per ‘La Gazzetta dello Sport’ il suo vecchio allenatore, scomparso domenica.
“Si presentò allo spogliatoio, una mattina d’estate, ci squadrò a lungo scuotendo la testa di tanto in tanto, poi ci disse: ‘Voi siete Sampdoria. Da oggi barbe fatte, vestiti in ordine e niente occhiali da sole, perché quando la gente vi vede deve pensare che Sampdoria è club di stile’. Non ricordo chi guardai, ma ricordo che dissi: ‘Chi è questo, Hitler?’. Ma durò solo tre giorni, perché noi da un lato abolimmo gli indumenti proprio impresentabili, lui smise quelli del poliziotto. Altri tre giorni ed eravamo quasi amici”, ricorda lo jesino.
“Fu chiaro a tutti che per lui non eravamo soltanto un lavoro, ci voleva bene – prosegue lo storico capitano di quella plurivittoriosa squadra doriana -. Era un gruppo che aveva già un ‘padre’ in Paolo Mantovani, così lui non volle essere altro che un fratello maggiore. Eravamo giovani e talentuosi, lui con la sua grande esperienza trasmetteva una tranquillità incredibile. E riusciva a stemperare la tensione di tutti facendoci scoppiare in una sonora risata”.
“Io combinavo un sacco di cavolate, mi arrabbiavo con i compagni e con l’arbitro – racconta Mancini -. Una domenica che avevo esagerato nel corso dell’intervallo urlo: ‘Mancini, tu sei un terrorista di spogliatoio’. Tutti si tenevano la pancia dalle risate, così mi calmai anch’io”.
“In quei momenti l’autostima di gruppo cresceva a dismisura. Eravamo bravi, ma lui ci ricordava sempre quanto fossimo inutili senza il lavoro di squadra. Sono state lezioni preziosissime, lo ringrazio ancora oggi. La mia giovinezza è stata straordinariamente bella grazie a lui. Abbraccio con forza la sua famiglia, e me lo immagino in cielo, seduto accanto a Mantovani. Se me li ricordo bene, staranno già ridendo”, conclude l’attuale allenatore del Galatasaray.
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