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Editoriale – E’ il “nuovo” Chelsea di Mou, sembra la “vecchia” Inter del Triplete
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11 anni agoon
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RedazioneAlzi la mano chi, guardando Atletico Madrid-Chelsea, non ha ripensato a Barcellona-Inter del 2010. I blues hanno giocato proprio come i nerazzurri di Mou, quando scesero al Camp Nou solo con un obiettivo preciso: non uscire dalla propria area di rigore.
Per necessità e costrizione (anche perché ridotti in 10 già nel primo tempo per un’espulsione frettolosa di Thiago Motta), ma anche per scelta: “E chi la voleva la palla? – rispose Mourinho nella mitica conferenza stampa post-partita al giornalista che gli faceva notare l’80% di possesso blaugrana – Ora se vogliono se la possono portare pure a casa”. Un concetto che, se venisse riproposta la domanda, ribadirebbe anche dopo la gara contro l’Atletico. Un Atletico che, di solito, lascia il pallino del gioco agli avversari per poi colpirli in contropiede. Il Chelsea non gli ha mai concesso questa opportunità.
Non ha giocato in inferiorità numerica questa volta, ma ha perso prima Cech e poi Terry, e ha difeso comunque in 10 dietro la linea della palla. A Barcellona Eto’o faceva il terzino sinistro, Milito quello destro e Snejider aveva l’ingrato compito di Torres, cioè quello di correre dietro ogni pallone nella speranza di tenerne su qualcuno. Tanto bastava al mister portoghese per far respirare i suoi e raggiungere il suo obiettivo.
Linea difensiva a 6, con i quattro difensori strettissimi coadiuvati da Willian e Ramires che si abbassavano a contrastare i terzini avversari. In mezzo non si passava, il Chelsea concedeva le fasce per i cross dalla trequarti, consapevole che quei palloni sarebbero finiti tutti sulla testa di Terry e Cahill, come a Barcellona erano preda esclusiva di Lucio e Samuel.
Al Camp Nou Mourinho si guadagnò la finale di Madrid, oggi si deve accontentare di andarsi a giocare il ritorno a Stamford Bridge da posizione di favore. Per ora basta così. Chiamatelo pure catenaccio, intanto Mou sogna Lisbona…
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