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Editoriale Palermo – Meno tre al trionfo
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11 anni agoon
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Redazione Meno tre. Tante le vittorie che mancano alla matematica certezza della promozione in A. Una formalità da sbrigare in fretta, cui il Palermo si sta dedicando anima e corpo e col massimo profitto. Anche in questa giornata i rosanero sono riusciti ad allungare rispetto alle, si fa per dire, inseguitrici. E più che vivere di rendita mantenendo le distanze, continuano a capitalizzare una superiorità a tratti imbarazzante. Per la gioia dei sostenitori che, pian piano, smaltita la enorme delusione del campionato precedente, si stanno riavvicinando al presidente Zamparini.
Il successo nel derby – derby privo di storia e lontano anni luce per intensità emotiva da quelli col Catania eppure pompato alla viglia, soprattutto dai sostenitori granata – costituisce un’ulteriore tappa nell’operazione di riappacificazione tra società ed ambiente. Il Trapani recrimina legittimamente per un rigore non concesso sullo 0-0 che avrebbe potuto invertire l’inerzia della gara, ma sul computo delle azioni pericolose, non c’è storia. Il Palermo, con la forza dei nervi distesi, ha dominato meritando la vittoria. Vive uno stato di grazia e, finalmente, liberato dall’assillo del risultato a tutti i costi, riesce a far fruttare un potenziale che in B è da sogno. Può permettersi di lasciare in panchina cannonieri come Lafferty – il quale, a ribadire quanto sopra, entra e segna il 10^ sigillo – e Belotti. Assorbe disinvoltamente assenze importanti come Hernandez, Maresca e Muñoz. Si affida ad elementi un po’ emarginati ed a seconde linee come Di Gennaro, Milanovic e Vitiello e non paga dazio. Gioca persino bene, adesso, affidandosi alla classe diamantina dell’ormai irrinunciabile Vazquez: l’argentino, punta o centrocampista, è il perno creativo attorno al quale tutto ruota, capace persino di esaltare la tecnica ed i colpi del giovanissimo connazionale Dybala, finalmente incisivo e che matura a vista d’occhio.
Il pericolo dell’appagamento, l’unico subdolo granello di polvere capace di bloccare un ingranaggio oleato, sembra estraneo a questa squadra. Lo spirito belluino dell’allenatore, sommato alla sana concorrenza tra i giocatori – l’uno e gli altri motivati anche in vista della riconferma in A -, costituiscono la più valida garanzia contro rischiosi rilassamenti, stimolandoli a sentirsi sempre sotto esame, a non mollare mai, a tenere alta la tensione, a non perdere la voracità insaziabile fin qui dimostrata. La capacità di fissarsi obiettivi immediati in serie fa il resto. Inanellare record personali o assoluti, per esempio, come quello dei punti complessivi finali, delle vittorie consecutive, dei successi in trasferta (già nove) eccetera. Così come togliersi soddisfazioni spicciole quali la doppia vittoria nel derby (già centrata) o le “vendette” sportive contro Latina e Carpi, le uniche compagini riuscite a sconfiggere la banda Iachini e, per giunta, tra le recriminazioni.
Antonino Pavone (www antoninopavone it)
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