Pagelle Juventus
Editoriale Juventus – Pirlo, un capolavoro che vale oro!
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11 anni agoon
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RedazioneSarà quel fascino da snob che gli conferiscono barba e capelli lunghi. Sarà che quando posiziona la palla nei pressi dell’area di rigore gli avversari iniziano a tremare. Sarà che il suo idolo ispiratore è stato Antonio Augusto Ribeiro Reis, meglio conosciuto come Juninho di Pernambuco, e quindi non poteva esimersi dal segnare all’Olympique Lione su punizione. Sarà perché ti chiami Andrea Pirlo (e non hai bisogno di complementi di specificazione geografica) e tutto sembra più semplice. Palla sistemata con cura, rincorsa, tiro. Gol. Il genio è questo, condensato in tre passi e un calcio a un pallone. Il genio è anarchico. Pirlo non segnava su punizione da oltre quattro mesi, forse i più criticati da quando veste la maglia bianconera. Poi in venticinque giorni arrivano tre gioielli. Imprendibili. Impensabili. Irrimediabili. Quella al Genoa è stata una coltellata nella Gradinata nord, cuore pulsante del tifo rossoblù; quella alla Fiorentina in Europa League un missile che ha fatto deragliare la curva Ferrovia mentre al Lione una carezza, un bacino, un occhiolino alla barriera.
Il ritorno dei quarti di Europa League, quella coppetta snobbata dalle altre squadre italiane che vi hanno partecipato più o meno forzosamente, è stata come una seduta psicanalitica nella quale si evidenziano, almeno, tre filoni di lettura. La Juventus, a differenza della gara d’andata, partiva forte col baricentro proiettato sul centrocampo avversario sciupando due palle gol con Vucinic e Tevez. Poi la magia di Pirlo che, incredibilmente, è come se avesse tolto propulsione ai bianconeri: il Lione si svegliava e pareggiava i conti con un colpo di testa di Briand che metteva la parola “fine” a un cross di una lentezza agonizzante. L’inerzia cambiava in favore dei francesi e s’andava negli spogliatoi sull’1-1. Le due paroline che Conte avrà detto ai suoi uomini, magari facendo volare qualche bottiglietta o shampoo – immaginarle in questo contesto non è cosa temeraria perché le dice anche quando sono in vantaggio – sono servite a evitare il tracollo stile Galatasaray: la fortuna assisteva Marchisio in una sua conclusione dalla distanza. Un toccasana emotivo per un ragazzo estremamente sfortunato, sotto il profilo degli infortuni di questa stagione.
Rémi Garde avrà maledetto il fatto di non possedere un colpitore come lo era Benzema non troppo tempo fa. Il prodotto delle giovanili, Alexandre Lacazette, ha qualità ma deve raffinarle e i vari Briand, Gomis e Njie non possiedono le caratteristiche utili a far progredire questa squadra a livello internazionale. Così capita che una Juventus a marce alte solo per alcuni sprazzi di gara riesca a conquistare, meritatamente, la qualificazione alle semifinali. Terra sconosciuta per le italiane dal lontano 2007, quando ancora questa coppa portava il nome della Uefa. Sulla strada che porta allo Stadium rimane solo una squadra tra Siviglia, Benfica e Valencia. A breve si saprà quale delle tre formazioni iberiche proverà a strappare il sogno ai bianconeri di giocarsi una finale in casa: un’aspettativa che può facilmente assumere i connotati di incubo. Ne sa qualcosa il Bayern Monaco che perse una Champions League soltanto da alzare con tanti bavaresi in campo. La Juventus resti in guardia, questo trofeo vale almeno tre scudetti.
Alessandro Legnazzi
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