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Editoriale Champions – Il Dio del Calcio premia il coraggio e punisce la presunzione
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11 anni agoon
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RedazioneDopo la gara dell’andata, il twitter ufficiale del PSG si era lasciato andare ad un sarcastico (ma inopportuno) commento: “Tifosi del Chelsea, se volete altri souvenir c’è Montmartre”. Tremila tifosi parigini hanno seguito la squadra a Londra e al 20′ del primo tempo su un innocuo palleggio a centrocampo della propria squadra, si sono permessi di violare Stamford Bridge con un irrispettoso e prolungato “olé”.
Al PSG, la vittoria dell’andata – meritata ma anche troppo larga nel punteggio – ha forse fatto più male che bene: ha dato sicurezza, tanta, troppa, i parigini hanno creduto di potersela giocare alla pari, di poter arrivare a Stamford Bridge e controllare la gara con personalità, addormentarla, alla pari del Chelsea. Un eccesso di presunzione che il Dio del calcio ha punito. Ora anche gli sceicchi sanno che i soldi non comprano la felicità, ma nemmeno il blasone, l’esperienza e il cuore.
Il cuore, appunto, quello che a una squadra di Mourinho non mancherà mai e quello che, invece, il PSG non ha mai dato la sensazione di avere. Il calcio non è solo tattica, razionalità e tiqui-taca, ma anche intensità, carattere, coraggio. Mou ha messo tutto quello che aveva in campo, Blanc non può dire di aver fatto altrettanto. E il “culo”, come il portoghese ha candidamente e forse troppo umilmente ammesso, ha giustamente premiato i più audaci. Ma il calcio, però, è anche infame, perché a Dortmund non ha fatto altrettanto con un Borussia che avrebbe meritato la stessa sorte e che, invece, ha ricompensato un Real vanitoso, saccente e e superbo.
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