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Verratti: “Voglio diventare come Pirlo. Se lascio il Psg sto male, ma la Juve è la Juve”
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10 anni agoon
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RedazioneMarco Verratti è sempre al centro della scena dopo la bella prestazione in Champions League. Il centrocampista pescarese dimostra ogni giorno che passa la sua maturità e le sue potenzialità, con l’obiettivo mai celato di sostituire un giorno Pirlo in Nazionale e, chissà, anche nella Juve.
“E’ il mio idolo – confessa alla Gazzetta dello Sport –, voglio diventare come lui e ci lavoro ogni giorno. Quando sento questo paragone sono orgoglioso perché è forse la prova che sto facendo bene”.
E se già la prossima stagione avesse la chance di sostituire Pirlo alla Juve? “Se mi dicessero di andarmene dal Psg ci starei male perché qui mi sento come a casa. Però stiamo parlando della Juventus. Anche se non ho nessuna intenzione di muovermi da Parigi, si tratta di uno dei progetti più seri e ambiziosi d’Europa. Conta questo, non il come né il perché, che sono cose da giornalisti”.
L’obiettivo più vicino, oltre alle vittorie in Ligue 1 e in Champions League, è il Mondiale in Brasile: “Prandelli mi è venuto a cercare quando non mi conosceva nessuno e gliene sono grato. Quando vado in Nazionale, so che mi chiede di giocare più velocemente in fase offensiva e di evitare le scivolate in difesa. Lui sa più di chiunque cosa posso dare. E posso soltanto adeguarmi alle sue richieste. Oltre a Pirlo, a centrocampo abbiamo tutti caratteristiche diverse. Non sono né Marchisio né Montolivo o De Rossi, giocatori che hanno vinto tanto e sono fonte di ispirazione per me. Perplessità su di me? Un po’ è normale in Italia, perché con i giovani non si è mai contenti. Però lo considero uno stimolo in più, per fare ancora meglio. Possibile esclusione? Sarebbe triste, ma soltanto per me, sapendo comunque che ci andrebbero i migliori secondo Cesare Prandelli. Anche se il calcio è la mia passione, le cose gravi nella vita sono altre”.
Blanc spesso lo rimprovera di rischiare troppo palla al piede: “Lo so, è la critica che mi viene mossa da sempre. Il problema è che questo difetto è anche il mio pregio. Gioco così. L’ha capito anche Blanc che non mi censura, ma mi chiede di valutare meglio il rischio. Devo migliorare nell’analisi del rischio, ma ci sto lavorando. Troppi gialli? Vero, ma non sono cattivo. Faccio tre falli a gara, ma posso migliorarmi anche su questo”.
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