Pagelle Juventus
Editoriale Juventus – Insufficienza piena
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11 anni agoon
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RedazioneDuecento televisioni hanno trasmesso in tutto il mondo la mediocrità della Juventus quando questa affronta le partite svuotata della carica peculiare di Antonio Conte. Come ci siamo più volte detti, questa squadra può perdere qualsiasi giocatore, Vidal, Pogba, Pirlo ma la sofferenza non sarebbe uguale all’ipotetico caso di una partenza dell’allenatore salentino. Il “non si può vincere sempre” è una scusa eccepibile presso ogni latitudine, un refrain imprevedibile come un panettone al pranzo di Natale: questa Juventus ha l’obbligo di scendere in campo con l’intenzione di vincere. Di spaccare la palla. Di mangiare l’erba del campo. I bianconeri visti al San Paolo sono la controfigura di quelli d’un mese fa, quelli che sbancarono il Meazza con una prestazione totale. Però dopo tante vittorie da assuefare pare ingiusto condannare di vergogna questo gruppo che lotta per due titoli. Il campionato non era chiuso, non lo è mai stato: da ieri sera qualcuno si è ricreduto.
Lo spettacolo è stato il grande assente in questa partita scivolata via più fra sbadigli che sospiri per amore di giocate stropiccia-occhi. E pensare alla vigilia si assaporava un leggero profumo di zolfo, di fuochi d’artificio pronti ad illuminare il cielo di Napoli con le dichiarazioni del mite Benitez: “La Juventus vince per l’alto fatturato”. La miccia a lenta combustione è accesa e, complice il 2-0 che lo attapira, esplode con fragore: “Hanno investito cento milioni per arrivare terzi” ribatte Conte. Si è parlato di tutto tranne che calcio. L’allenatore più pagato della Serie A ha fatto la morale a chi, al posto dei mega progetti a contratto, preferisce le vittorie. Si suole dire “offelliere fa il tuo mestiere” per invitare con garbo taluno a non uscire dal proprio ambito di competenza. Si è tenuto un doppio convegno di microeconomia anziché analizzare la gara, stravinta con merito dal Napoli spagnoleggiante di Rafa: la differenza l’ha fatta Insigne e la sua capacità di saltare l’uomo e creare la superiorità numerica sulla fascia, l’ha fatta Callejon e la sua abilità d’inserimento senza palla.
Se la Juventus non segna dopo quarantatré partite, non è per il fatturato, bensì per il merito degli azzurri, schierati in campo con la convinzione di poter vincere: i bianconeri hanno affrontato il match sulla falsariga dell’andata, evitando di pressare i due mediani avversari per aumentare la densità nella propria area di rigore, quasi a voler evitare le ripartenze avversarie. Il Napoli voleva aprire i cinque difensori con un palleggio veloce perimetrale e affondare con i tagli dei trequartisti: missione compiuta al 37’ del primo tempo quando Callejon beffava Asamoah che, pro tempore, sostituiva Chiellini a bordo campo. Da qualche settimana la Juventus boccheggia, le vittorie arrivano perché il roster di Conte è zeppo di campioni ma il gioco non brilla per le innumerevoli partite ravvicinate (ieri sera la quarantaquattresima stagionale): sebbene all’orizzonte non s’intravedano pause, il calendario è benevolo con sei sfide abbordabili allo Stadium (Livorno, Bologna, Atalanta e Cagliari). In mezzo l’Europa League e quel sogno, per Conte, di emulare il maestro Giovanni Trapattoni.
Alessandro Legnazzi
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