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Editoriale Milan – 300 volte Kakà. Ecco perché negli ultimi dieci anni è entrato nei cuori rossoneri
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11 anni agoon
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RedazioneSe ci fosse da scrivere il nome di un solo giocatore che nell’ultimo decennio ha legato il suo nome e il suo volto alle imprese del Milan, probabilmente, il prescelto della maggior parte dei tifosi rossoneri sarebbe Ricardo Kakà, che sabato a San Siro taglierà un importante traguardo: quello delle 300 presenze con la maglia del Diavolo.
Il record di Paolo Maldini è lontano e irraggiungibile (902 i gettoni dello storico numero 3 rossonero), ma Kakà può ora a pieno titolo considerarsi, oltre che uno dei giocatori più amati del tempi recenti e uno dei più decisivi del nuovo millennio, anche uno dei veterani della storia del club.
Esploso nel San Paolo, partecipò giovanissimo ai Mondiali 2002 in Giappone e Corea, sollevando anche la Coppa del Mondo. Lì lo notò Leonardo che lo consigliò al Milan. Nel 2003-2004 l’arrivo all’ombra della Madonnina e la storia rossonera di Ricardo (divenuto Kakà in tenera età perché il fratello Digao non riusciva a pronunciarne il nome) che comincia.
Ed è subito un successo: il 5 ottobre la prima rete ufficiale arriva contro l’Inter in un derby, un mese dopo il Bruges è la sua prima vittima in Champions League. Bisogna aspettare l’anno nuovo (11 gennaio 2004) per vedere la sua prima doppietta, contro la Reggina, e il derby di ritorno per celebrare la rete numero 10. A fine anno la squadra di Ancelotti conquisterà scudetto e Coppa Italia.
Nel 2005 la grande delusione di Istanbul, l’anno dopo la sfortunata spedizione del suo Brasile nei Mondiali di Germania (verdeoro out contro la Francia). Ma la stagione successiva scrive definitivamente il suo nome nell’Olimpo dei migliori: il 20 dicembre 2006 Kakà segna il gol numero 50 per il Milan a San Siro contro il Catania, giusto preambolo per un 2007 perfetto. Arriva infatti la tanto attesa Champions League (con una doppia prova maiuscola contro il favoritissimo Manchester United). A dicembre, poi, il brasiliano solleva nell’ordine il Pallone d’Oro, la Coppa del Mondo per Club e il FIFA World Player: il mondo (del calcio) è suo.
Simbolo della squadra, la sua possibile cessione al Manchester City nel gennaio del 2009 solleva un’autentica rivolta popolare, che alla fine blocca l’operazione. E’ però questione di tempo: nell’estate successiva Kakà saluta tutti e si veste di ‘blanco’. Al Real Madrid, però, non ripeterà che in parte le imprese viste a Milano.
Tanto che dopo quattro stagioni il ritorno è servito. E nel 2014, nel giorno dell’Epifania, arriva la rete numero 100 in rossonero contro l’Atalanta. Kakà è tornato. E, dopo qualche settimana di imbarazzo, la nuova posizione che gli ha disegnato Seedorf dietro l’unica punta sembra poterlo riconsegnare alle platee meneghine ai livelli che lo hanno consacrato tra i migliori degli ultimi dieci anni.
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