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Beat ‘em up, l’angolo del wrestling – Il Triple Threat Match che può salvare WrestleMania XXX
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11 anni agoon
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RedazioneCon due mesi di ritardo rispetto alle abitudini, la ‘Road to WrestleMania’ può finalmente definirsi iniziata.
Era nata decisamente male la preparazione allo ‘Showcase of the Immortals’, con il grande ritorno di Batista (vincitore quasi annunciato della Royal Rumble) trasformatosi in fiasco per la mancanza di ‘hype’ nel pubblico dei palazzetti americani, con la difficile gestione da parte della dirigenza WWE del fenomeno Daniel Bryan e soprattutto con il mistero CM Punk, uno dei performer più amati dal grande pubblico che si è allontanato dalla federazione per quello che ufficialmente è un anno sabbatico, ma che potrebbe anche rivelarsi uno smarcamento da Stamford.
L’ultima edizione di Monday Night RAW, invece, ha finalmente smosso le acque, anche più di quanto avesse fatto il ritorno di Hulk Hogan sul ring di Green Bay per annunciare la sua presenza come conduttore di WMXXX. E così la possibilità che il main event prevedesse l’improponibile match singolo Batista vs. Randy Orton è definitivamente tramontata: il vincitore della contesa tra Daniel Bryan e Triple H (che rischiava in caso contrario di tramutarsi nell’effettivo main event dello show) sarà il terzo contendente al titolo di campione WWE dei pesi massimi.
Entrambe le possibilità sono stuzzicanti: vedere Bryan nel main event di WMXXX è quanto auspicavano da mesi tutti i tifosi e gli addetti ai lavori, d’altro canto anche uno scontro tra gli ex componenti della storica Evolution rappresenterebbe una degna conclusione del trentesimo anniversario del ‘Grandaddy of them all’. E il pubblico di San Antonio è sembrato d’accordo, salutando con un’ovazione mai sentita nelle precedenti settimane gli scontri sul ring tra la Vipera e l’Animale.
Sospiro di sollievo, dunque, e match titolato che ricorda molto da vicino quello del Madison Square Garden di WrestleMania XX. In quell’occasione Triple H affrontò il suo acerrimo rivale del periodo (Shawn Michaels) e il vincitore della Royal Rumble. Situazione praticamente sovrascrivibile a quella attuale. Incuriosisce, più che altro, questo parallelismo con la notte che dieci anni fa sancì a tutti gli effetti il momento più bello della carriera di quel Chris Benoit che a Stamford non vogliono più nemmeno sentire nominare. Ma è molto probabile che si tratti solo di una coincidenza.
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