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Editoriale Juventus – Addio Turchia!
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11 anni agoon
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RedazioneIstanbul e Trebisonda sono due affascinanti città turche separate da una catena costiera di circa mille chilometri. Il viaggio europeo della Juventus parte, anzi riparte, da lontano: per consentirle di mettere le mani sull’Europa League, trofeo che nobiliterebbe ancor di più la stagione, la Signora è stata esiliata in una terra aspra che nel recente passato ha avuto modo di conoscere. I fantasmi della Türk Telekom Arena danzavano sulla cresta del mar Nero, il gol di Sneijder continuava a palesarsi come in un replay senza fine. Non poteva finire come a Istanbul. Non è finita come a Istanbul. Vuoi perché il Trabzonspor non ha la stessa qualità del Galatasaray, allenato da “Mancioglu” prossimo all’incoronazione a imperatore se batterà il Chelsea negli ottavi di Champions League; vuoi perché la Juventus ha giocato come sa fare, cioè non lasciando giocare l’avversario. Una morsa che, a ogni giro di manubrio, stringe le proprie ganasce e immobilizza l’avversario.
La partita ha offerto pochi spunti tattici proprio per l’inizio roboante della squadra di Antonio Conte capace di stracciare qualsiasi dettame tattico del Trabzonspor: tutti s’aspettavano una gara condotta a ritmi ridotti, strumentale insomma al turno di campionato di domenica, invece la prima mezz’ora è stata un incubo per i turchi. Due gol. Potevano essere anche il doppio se mira e cattiveria sottoporta fossero state migliori. Come al solito, la prestazione corale rende difficile individuare un migliore in campo fra i bianconeri: forse Isla nella più convincente prestazione da quando è a Torino, sempre vivace e velenoso in fase di cross, per una questione di centimetri non trova la gioia del gol; forse Vidal, l’altro cileno che non stupisce più alla diciassettesima marcatura stagionale e dopo nove trasformazioni europee in diciassette presenze; forse Giovinco, capace di trasformare gli ululati dei propri tifosi in applausi a scena aperta quando con due magie si libera del difensore col tacco e poi serve Osvaldo con un apertura a giro di destro simile a una rasoiata d’un abile barbiere.
Il Trabzonspor arrembante e tosto visto allo Stadium non è sceso in campo, ha preferito assistere passivamente allo show bianconero. Scelta poco condivisibile. Con un minimo di sacrificio avrebbe reso meno lieta questa trasferta alla Juventus, divenuta di fatto una gita al mare. Gli ottavi di finale riservano il derby italiano contro la Fiorentina, niente più trasferte lunghe e dubbi sull’avversario. La Juventus non ha una buona tradizione in tali scontri diretti avendo vinto col Verona nel 1985-1986 e perso contro Napoli e Cagliari ai quarti e Parma nella finale di Coppa Uefa 1995, senza dimenticare la finale di Champions League persa ai rigori col Milan. E di soppiatto il pensiero si dirige a quella Uefa sollevata da Stefano Tacconi sotto il cielo di Avellino nel 1990.
Alessandro Legnazzi
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