Pagelle Juventus
Editoriale Juventus – Il tango di Carlos
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11 anni agoon
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RedazioneC’è chi esce dallo Stadium cantando ebbro di felicità per la vittoria, chi si abbraccia per lo stesso motivo. Nell’aria c’è qualcosa di diverso, o sempre uguale a seconda dei punti di vista: quel qualcosa che si percepisce solo dopo aver vinto il derby. E non è il freddo vento del Sestriere a conferire frizzantezza all’atmosfera. Una signora non resiste alla tentazione di chiamare a casa per sbugiardare i parenti granata dopo la loro gufata, se ne vedono parecchi a tal fine. Fuori dai cancelli della curva Sud le forze dell’ordine stazionano davanti alle loro camionette blu notte con degli scudi protettivi, sono il volto severo di questo sereno pomeriggio: le bancarelle, cariche di mercanzia griffata Juventus, si preparano all’assalto degli acquirenti proprio come i paninari lì vicino. Ogni centro metri un sapore e profumo differente, dal pane tostato alla carne grigliata facendo slalom fra le bottiglie di birra che rotolano giù dal marciapiede.
Queste sensazioni positive si respirano da sedici derby consecutivi. Per il Torino i numeri della stracittadina iniziano a diventare impietosi: non segnano agli odiati cugini bianconeri dal gol di Cauet del febbraio 2002 e l’ultima vittoria risale all’aprile ‘95. Due Papi e un cambio di moneta fa, tanto per contestualizzare. La Juventus continua nella marcia di avvicinamento al terzo scudetto, ha superato indenne due curve del tratto più difficile: Trabzonspor, con la qualificazione in ghiaccio già all’andata (guai, però, a considerarla acquisita), e derby, con la Roma ricacciata a nove lunghezze. All’orizzonte si stagliano altri pericoli insiti nella lunga trasferta in Turchia e il Milan a San Siro: la squadra di Conte fatica a reggere i novanta minuti e anche col Toro la seconda metà della ripresa è stata giocata con le gambe imballate dall’acido lattico. Tanta fatica, solo nervi e poche idee, tranne una.
Un lampo. Un bagliore prima del tuono che schiarisce il buio. Una finalizzazione perfetta. Stop spalle alla porta, finta a rientrare e tiro imprendibile. Tevez è l’uomo-derby anche e soprattutto per il sacrificio profuso: a volte sembra che la squadra si getti a capofitto sulle sue spalle, l’Apache brandisce l’arco e va in guerra. Senza paura. Contro uno, due o persino tre avversari. È imbarazzante come i difensori vadano in ambasce quando Carlos li punta palla al piede, il fallo è spesso l’unico repellente. Da amante della musica argentina, quella caliente e sensuale, Carlos suona la tromba e balza meritatamente al comando della classifica marcatori – condiviso con Giuseppe Rossi – con quattordici centri, cui non vanno dimenticati sei assist per i compagni. L’impronta è sua, il messaggio è chiaro: la Juventus non molla, al ritmo del tango di Tevez.
Alessandro Legnazzi (Twitter: @lusciandru)
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