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Editoriale Sochi – Zoeggeler, sei fantastico!
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11 anni agoon
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RedazioneSei. Non la seconda persona singolare dell’indicativo del verbo essere ma il numero naturale. Sei, come le medaglie di Armin Zoeggeler in altrettanti Giochi olimpici; sei, come i centesimi che hanno separato Crithof Innerhofer dall’oro. Per chi non se ne intende, nello sci alpino equivalgono a circa quindici centimetri di sci. Un’inezia. L’Italia esce dal secondo giorno di gare con un grande sorriso, consapevole d’essere andata ben oltre le più rosee aspettative: se dallo slittino si era messo in preventivo un piazzamento, la sorpresa più grande è giunta dalla discesa libera di Rosa Khutor. I quotatissimi Miller e Svindal hanno ceduto il passo d’innanzi a Matthias Mayer, talento austriaco classe ’90 già medaglia d’argento ai Mondiali juniores 2008: con una discesa pulita e aggressiva diventa campione olimpico e batte il primato famigliare di papà Helmut, argento a Calgary 1988.
Innerhofer è partito da outsider, ha messo tutta la rabbia sugli sci e tagliato il traguardo con appena sei centesimi di ritardo da Mayer. Tuttavia, il numero fortunato di “Inner” è il nove: il 9 febbraio 2011 diventò campione del mondo di supergigante in Germania, a Garmisch-Partenkirchen e, stessa data ma due anni dopo, si accomoda tra i grandi della discesa libera, al fianco di Zeno Colò (oro a Oslo 1952) e Herbert Plank (bronzo a Innsbruck 1976). I figli dello sport del florido Trentino Alto-Adige non finiscono qui, c’è anche il leggendario Armin Zoeggeler: vent’anni dopo il debutto a Lillehammer 1994, sulla pista perfetta del Sanki Sliding center, conquista un bronzo da record, mai nessuno è riuscito a vincere sei volte consecutivamente alle Olimpiadi. Significa essere competitivi almeno per ventiquattro anni, un’eternità; significa gareggiare con atleti che potrebbero essere tuoi figli, una pazzia; significa essere fenomeni. Nulla di più.
A essere ingordi si poteva centrare anche il bronzo nel pattinaggio di figura: la Russia, trascinata dal mai banale Evgeny Plushenko (un salto quadruplo e cinque tripli) e dalla giovanissima Yulia Lipnitskaya (lo stratosferico 141.51 è il suggello alla seconda migliore prestazione mondiale di sempre), conquista il primo oro olimpiaco davanti a Canada e Stati Uniti. Italia quarta e con lo sguardo rivolto al futuro in questa disciplina. Festeggia anche la Polonia del salto con gli sci, Kamil Stoch vola sulla medaglia d’oro col punteggio di 278 davanti allo sloveno Prevc e il norvegese Bardal; firma d’autore dello svizzero Dario Cologna nello skiathlon, battuti con distacco Hellner e Sundby. Così, tornando al nostro numero magico, Sant’Agostino scrisse: “Sei è un numero perfetto di per sé, e non perché Dio ha creato il mondo in sei giorni; piuttosto è vero il contrario. Dio ha creato il mondo in sei giorni perché questo numero è perfetto, e rimarrebbe perfetto anche se l’opera dei sei giorni non fosse esistita”.
Alessandro Legnazzi
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