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Editoriale Palermo – E’ fuga
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11 anni agoon
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RedazioneIl Palermo è ufficialmente in fuga. Ha scavato un solco tra sé e il terzo posto. Con un bonus di sei punti di vantaggio può permettersi, ora, persino di perdere due partite consecutive prima di essere eventualmente agguantato, male che vada, da un Avellino doppiamente vincitore. Quindi tutto bene? Sul piano della classifica, sì. Su quello del gioco, no.
La vittoria contro una delle squadre più deboli del torneo, è stata sofferta ed è venuta nel finale, quasi per caso e grazie ad un rigore, valido quanto si vuole ma piuttosto fortuito. Iachini, troppo prudente, stavolta non ha azzeccato la miglior formazione possibile iniziale ed ha tardato cambi rivelatisi decisivi. Soprattutto ha sbagliato a tenere fuori un Vazquez che si va proponendo forse come il miglior giocatore in rosa, per qualità tecniche, versatilità e persino robustezza. C’è da chiedere ai dirigenti perché l’abbiano finora snobbato, a dispetto di referenze importanti – che persino a chi scrive, già da allora, parevano meritevoli di maggior considerazione – e con una concorrenza interna decisamente mediocre. Quest’anno ed ancor più nella scorsa stagione! Misteri della Palermo Calcio. Come quello, attualissimo, della situazione infortunati, con elementi che entrano in infermeria con prognosi di qualche giorno e rimangono fuori settimane e settimane senza che si sappia esattamente perché (Barreto, Sorrentino, Belotti, eccetera).
Bene anche l’altro innesto, Stevanovic. Da rivedere il nuovo arrivato Lazaar. Decisamente in ombra, al contrario, Maresca, che sempre in carriera ha avuto delle pause e non ha mai fatto della continuità la sua regola di vita. Sbagliato quindi ritenerlo il regista che serviva al Palermo. Chiarisco: Maresca serviva e serve al Palermo, ma non è il registra e l’orchestratore della manovra che si cercava (tanto e vero che Perinetti ha sondato altre strade anche dopo averlo ingaggiato!). Prova ne sia che con lui, i rosa hanno segnato la miseria di un gol su azione in tre partite e non è che di occasioni da rete ne siano fioccate poi tante.
Risolta a favore di Sorrentino la questione del portiere, con Ujikani che comunque ha approfittato della lunga sostituzione per risalire nella considerazione generale, tiene banco il capitolo attaccanti. La penuria nel reparto, ha spinto Iachini a schierare Lafferty e Hernandez insieme. Erano gli unici disponibili e col Padova bisognava segnare. Decisione quindi in apparenza condivisibile. Se non fosse che i due hanno sempre fallito quando hanno giostrato fianco a fianco. Pur essendo in teoria una coppia complementare – potente il primo, agile il secondo – finiscono sempre per sovrapporsi, annullandosi a vicenda ed ignorandosi come se avessero qualcosa uno contro l’altro. Ogni volta è la stessa storia. Solo se il duo si forma a partita iniziata o nei forcing finali, incide. Altrimenti, nisba. E’ quanto è successo anche sabato scorso e, se non fosse arrivato il penalty provvidenziale (o, meglio, se l’arbitro non l’avesse accordato) il secondo nulla di fatto consecutivo al Barbera sarebbe stato cosa fatta. Col corollario dei soliti rimpianti, tipici delle occasioni perdute.
Antonino Pavone (www.antoninopavone.it)
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