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Editoriale Australian Open – Li Na fra le grandi di oggi, Wawrinka ci zittisce
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11 anni agoon
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RedazioneLa prima finale è andata come tutti si aspettavano. Li Na ha reso felice la comunità Yushu di Melbourne Park battendo Cibulkova in due set non sovrapponibili: nel primo la slovacca ha chiuso gli angoli del campo giocando sul centro-rovescio per fare punti sul debole dritto dell’avversaria. La tattica ha funzionato fino al tie break, perso con soli tre punti conquistati. Sciolta la tensione che la faceva giocare un po’ incatenata, Li Na, ha lasciato le briciole nel piatto, alzato con mestizia da Dominika a breve: nel 6-0 Cibulkova non ha mai conquistato più di due punti a game. Senza battere alcuna top20 nel tabellone (la fortuna è un elemento basilare), Li vince l’Australian Open al terzo tentativo, gli inglesi dicono “third time lucky”. È la prima giocatrice asiatica a vincere due Slam, meglio di Michael Chang, nato negli Stati Uniti ma di origini taiwanesi, fermatosi al Roland Garros del 1989. Al momento è indubbiamente l’anti Williams.
Il risultato della seconda finale, quella maschile, ci zittisce tutti quanti. Chi ha seguito questo Australian Open avrà notato che Rafael Nadal non si è presentato al meglio della condizione fisica: un ginocchio e mezzo funzionate, la schiena scricchiolante e le mani sacramentate da fastidiose vesciche. Però a pensare una sua sconfitta con Stan Wawrinka non era corretto nei confronti del passato. In dodici precedenti, su tutte le superfici, Rafa ha sempre vinto e, dato ancor più eloquente, non ha mai perso un set. La prima vittoria di uno Slam, per lo svizzero, arriva a quasi ventinove anni: se solo ora arriva a queste soddisfazioni, la colpa ricade sull’eccessiva emotività, le sconfitte sono sempre state per lui un amaro difficile da edulcorare. Così, in età quasi adatta al pensiero del pensionamento sportivo, arriva un trofeo che appesantisce la bacheca e allunga la carriera.
La svolta del match è arrivata durante il primo game del secondo set: la schiena tradisce Nadal, lo spagnolo accusa forti dolori alla zona lombare che gli fanno perdere il proprio turno di battuta (media di servizio scesa a 120 orari). Sul 5-3, alla pausa del cambio campo, il n.1 al mondo si accascia sulle ginocchia coprendosi gli occhi dal dolore. Probabilmente ha pianto. In quel momento tutti abbiamo percepito che Wawrinka aveva una chance per la vittoria, quasi gettata al vento dopo un’assurda serie di errori su colpi facili che hanno regalato il terzo set al mancino spagnolo. Il torneo ci ha riservato un’ultima, lietissima, sorpresa. Wawrinka ha messo il muto a un esercito – tra gli arruolati rientrava anche chi vi scrive – di boia che lo davano per spacciato alla gogna di Nadal.
Alessandro Legnazzi
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