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Editoriale Australian Open – Finali già scritte
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11 anni agoon
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RedazioneLe sorprese finiscono qui. Non c’è altra ragione per sperare in altri capovolgimenti di pronostico. Le finali di questo primo Slam stagionale recitano Li-Cibulkova e Nadal-Wawrinka. Gli organizzatori del torneo possono procedere all’incidere, sulle coppe, i nomi dei vincitori e, sul piatto, i nomi dei vinti. C’è troppa differenza fra i giocatori che scenderanno in campo, il Nadal visto contro Roger Federer in semifinale non ha rivali mentre la cinese Li ha alle spalle un background d’esperienza che dovrebbe bastare per non perdere ancora. Ha pur sempre perso due finali a Melbourne. Banalmente potremmo dire che essendo rotonda, la palla, può girare in ogni direzione ma passeremmo forse per degli stolti se non considerassimo il lato tecnico della questione: il tabellone di Nadal era formato prevalentemente da giocatori dal rovescio monomane, colpo più preciso ma meno potente della sua badilata bimane. In quella zona ha trovato terreno fertile per fare razzia.
Ha impressionato, Rafa. Per come ha dominato lo svizzero senza concedergli palle break nei primi due set (Roger gliene ha concesse cinque nel secondo), per come lo ha costretto a sbagliare attraverso il solito gioco tuonante: gli errori non forzati di Federer, nel computo totale, sono cinquanta. Il doppio di Nadal. Il classico del tennis ha deluso talmente è stato a senso unico, in molti auspicavano un match equilibrato dopo la prestazione sbiadita del n.1 al mondo contro Dimitrov e dopo aver visto Federer superare agilmente Murray. Ebbene, quel Nadal non era vero. Era semplicemente incappato in una giornata negativa, esistono per tutti, figuriamoci per questi uomini soggetti a stress continuo. La penna dello scrittore chiude il breve capitolo trentatré di quest’avvincente sfida. Per Federer si può parlare di bestia nera giacchè gli almanacchi gli attribuiscono solo dieci vittorie a fronte di ventitré sconfitte con Rafa, tre su tre sul cemento d’Australia: non è più così vero che lo spagnolo lo batte solo sulla terra rossa…
Roger torna a casa senza trofeo ma con buone sensazioni: il telaio più stretto della racchetta funziona, il nuovo tennis più volleato e meno di frequenza gli fa accorciare le partite e questo merito va ad allenatore Edberg. Una terza rinascita sarà sancita solo quando riuscirà a battere nuovamente Nadal e Djokovic, per il momento è un trentatreenne che sa di poter dare ancora qualcosa. Di un solo numero uno non ci basta, ecco perché noi italiani ne abbiamo due. Sara Errani e Roberta Vinci. Ancora loro, ancora le cichis sul tetto d’Australia. Conquistano il quarto Slam di doppio, il più difficile perché stavolta le russe Makarova-Vesnina erano in vantaggio 5-2 nel terzo e decisivo set: ci hanno creduto, hanno scavato a fondo nella crepa mentale delle avversarie e le hanno battute con una rimonta entusiasmante. Dopo il Roland Garros e lo US Open arriva il secondo slam australiano: manca solo Wimbledon, il più difficile per le loro caratteristiche tecniche.
Alessandro Legnazzi
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