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Editoriale Australian Open – Li insuperabile, è lei la favorita
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11 anni agoon
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RedazioneIn affanno, hai la possibilità d’eseguire il colpo preferito, quello che in allenamento lo mandi fuori campo una volta ogni cento esercitazioni. Quello che ti fa fare il pieno di grinta. Lo esegui, la palla torna indietro a una velocità doppia. Allora cambi strategia, decidi di puntare tutto sul servizio: non fai in tempo ad uscire dalla rotazione e già hai la palla fra i piedi. Capisci che rastrellare un game ogni tanto è già un risultato. Un grande risultato, perché di là c’è un muro fatto di carne e d’ossa. Flavia Pennetta non ha potuto resistere al tifone cinese, un vento impetuoso scatenato da Li Na che l’ha spazzata via in sessantasette minuti e ventitré vincenti. Imprendibili. Non è un record per un quarto di finale Slam ma poco ci manca. Perdiamo l’unica italiana nel tabellone principale, vero, però possiamo festeggiare lo stesso avendo ritrovato un tennista maiuscola.
Poco prima di Wimbledon confidava agli amici più stretti il desideri di ritirarsi dallo sport, Flavia era debole di testa sebbene avesse varcato la soglia dei trent’anni. La sua fortuna è stata quella di avere pazienza nei momenti bui, quando il polso operato scricchiolava dopo pochi scambi; il peggio è alle spalle, storia da l’happy end. Pennetta è conscia di dover lavorare ancora tanto per rientrare dove le compete, cioè fra le top15 se non top10: la condizione atletica (e mentale) è discreta, il servizio intermittente e le prime fanno male solo quando la battuta è destrorsa verso il centro. Delle buone fondamenta sui cui costruire una nuova giocatrice. Chi non ha questi problemi è proprio Li, da una parte fortunata a essere ancora in gara per cinque centimetri (distanza della palla match dalla riga colpita dalla Safarova in terzo turno), dall’altra in debito con questo torneo avendo centrato due volte la finale perdendo sempre. Stavolta è lei la favorita.
La grande sorpresa della nottata/giornata è l’eliminazione di Nole Djokovic per mano di Stan Wawrinka, l’outsider per antonomasia. Dopo quindici sconfitte consecutive, lo svizzero, è riuscito a eliminare il n.2 del mondo 9-7 nella consueta maratona al quinto set attraverso un tennis intelligente, di rimonta, impreziosito da entusiasmanti colpi di rovescio monomane. Una delizia per gli occhi vedere questo colpo ormai rimpiazzato dal brutale sosia bimane, di derivazione spagnola; piedi paralleli, l’eleganza nell’impatto e la racchetta che dirige la palla come una bacchetta nelle mani di un direttore d’orchestra. Quando i colossi cadono fanno rumore e per Stan si spalancano le porte della finale. Berdych permettendo.
Alessandro Legnazzi
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