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Editoriale Sampdoria -Testa e cuore, Sinisa convince
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11 anni agoon
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RedazioneBuona la prima, e pure la seconda. Ancora pareggio, ancora nei minuti finali e ancora una buona Sampdoria targata Sinisa Mihajlovic.
L’esonero di Delio Rossi aveva lasciato molte perplessità tra i tifosi blucerchiati. Quello che fino a poco tempo fa sembrava essere il punto di forza di una squadra organicamente debole, tutto ad un tratto è stato sostituito dalla società, destando scetticismo e preoccupazione nell’ambiente. “Ed ora che succede? Un altro traghettatore?”. Questi i pensieri di molti tifosi giustamente preoccupati.
La scelta della società è invece caduta su Sinisa, un cuore sampdoriano che, pur di accettare la panchina doriana, ha rinunciato alla guida della propria Nazionale. E, almeno da queste prime giornate, la società pare aver scelto bene, anzi benissimo. Subito cambio di modulo, difesa a 4, copertura con due mediani e tanta spinta offensiva con 3 trequartisti alle spalle della punta. Gli uomini sono gli stessi, ma adesso ognuno è al proprio posto, come un puzzle fatto bene.
Seppur in pochissime ore di lavoro, la partita con la Lazio aveva subito messo in luce ottime cose, che il pareggio di Cana al 94′ non è riuscito a cancellare. In qualunque altra situazione nel post partita si sarebbe respirata aria di sconfitta, i tifosi avrebbero mugugnato e i giocatori si sarebbero abbattuti. Invece non è stato così, il retrogusto amaro del pareggio si è trasformato in voglia di rivalsa e il buon gioco espresso ha rasserenato mister e tifosi. E la partita contro l’Inter ne è stata la conferma.
Quello che più salta agli occhi è il cambio di mentalità. Il carisma di Mihajlovic sembra aver temprato i giocatori. Adesso sono tutti più sicuri, la difesa pare aver “dimenticato le amnesie” delle ultime giornate, Palombo sembra rinato e Obiang è tornato ad essere il centrocampista tanto ammirato dagli addetti ai lavori. Qualcosa da rivedere c’è, come ha ammesso il mister a fine gara, soprattutto in attacco, ma è anche vero che il tempo per lavorare è stato poco e si sono affrontate due squadre di livello superiore.
I primi minuti a San Siro hanno mostrato appieno tutta la voglia e la fiducia della nuova Sampdoria. Pressing altissimo e pallino del gioco in mano. La doccia fredda al gol di Guarin è stata la cartina al tornasole: la Samp non si è demoralizzata e ha continuato a giocare, si è rialzata con forza, proprio come ha fatto dopo il pareggio della Lazio, e ha spezzato l’entusiasmo di San Siro e del neo Presidente Thohir.
Il pareggio è stato meritato, come ha ammesso anche Mazzarri nel post gara, ed è arrivato nel modo che meno ti aspetti: un sinistro violentissimo del rispolverato Renan che somigliava molto a quello di Sinisa ai tempi della Samp, quando col numero 6 sulle spalle era l’incubo dei portieri avversari sui calci di punizione. E mai come quest’anno la Sampdoria sembra fatta apposta per lui: tanti mancini in rosa ed ottimi battitori di calci da fermo. Gabbiadini, Sansone, Eder, Renan, Palombo e Maresca avranno l’occasione d’oro di imparare i segreti del mestiere da uno che è primo nella speciale classifica dei gol su punizione nella storia della Serie A (davanti a gente come Pirlo, Baggio, Maradona e Del Piero).
Due pareggi quindi, che confermano la ricorrenza della “x” nel curriculum di Mihajlovic. Ora però viene la parte più difficile, o quantomeno la più importante. Il Catania in casa è un’occasione da non farsi sfuggire, bisogna allungare sull’ultima posizione e confermare che la squadra è in forma e farà la sua partita con tutti, soprattutto negli scontri diretti. La partita con gli etnei servirà anche per capire come la Sampdoria si comporterà contro una squadra di bassa classifica, dopo averne affrontate due di fascia medio/alta. Le premesse per far bene ci sono, i margini di miglioramento pure. E allora, conquistiamo questi tre punti.
Alessio Mataluni www.sampdorianews.net
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