Pagelle Juventus
Editoriale Juventus – Fino alla fine
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11 anni agoon
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RedazioneC’è un coro della curva Sud che ormai è diventato lo slogan della mentalità di Antonio Conte: “Fino alla fine!”. Talmente importante che Leonardo Bonucci lo sponsorizza quasi sempre nei suoi commenti sui social network. Le gare vanno giocate fino a quando c’è tempo, fino a quando l’orologio te ne da la possibilità. Mai mollare prima del tempo perché le vittorie sono complicate da raggiungere e quasi mai l’avversario lascia sbarrata la strada. Perciò “credere” diventa l’imperativo nelle partite come questa in cui ogni traversone è una preghiera. E speri sempre che qualcuno la esaudisca. Vincere allo scadere è il lato sorridente del calcio. Sorridente come i 12200bambini assiepati nelle curve squalificate. Loro sono il volto pulito, vergine e innocente del pallone.
Il calcio deve essere un divertimento presso ogni latitudine e lo stadio la fonte dalla quale scaturisce questa virtù: purtroppo, in Italia, queste strutture sono viste come un centro di sfogo della rabbia. Qui vi convergono sentimenti rancorosi di stampo politico, odi sportivi intrecciati a campanilismi intollerabili in una società moderna. È da decenni che si fa così? Un comportamento, per quanto sia reiterato nel tempo, può anche non essere necessariamente giusto; l’uomo uccide e ruba dall’alba dei tempi, allora tutti i killer e ladri possiedono a loro insaputa una causa di giustificazione? È giusto che la Federazione e la giustizia continuino sulla strada dell’intransigenza ma, se in questo paese non ci sarà una rivoluzione culturale – sotto tanti punti di vista – la chiusura delle curve non sarà sentita come una punizione ma un passaggio obbligato. E allora riempiamola di gioiosi bambini! L’idea della Juventus può essere la prima pietra in un progetto che porti all’educazione sportiva, lo Stadium è l’habitat naturale per la generazione del futuro. Peccato per alcuni cori “da adulti”, ma si sa che non basta una sola disinfestazione per eliminare tutti i germi.
La gara è stata all’altezza delle aspettative, ci s’attendeva spettacolo e questo abbiamo avuto. Juve in costante pressing e Udinese micidiale nelle ripartenze grazie a Totò Di Natale in splendida forma. Il centrocampo juventino, privato della propulsione offensiva degli esterni, non è riuscito a supportare un attacco pesante, così i bianconeri si son trovati spesso spaccati a metà: se Vidal boccheggia e Pogba dimostra di non essere un illuminante vice-Pirlo, Buffon salva la Signora distratta con tre interventi da numero uno (i suoi minuti di imbattibilità ora salgono a 550, record). Nessuna sorpresa. Quando tutto sembra volgere verso l’epilogo più logico, da una mischia arriva la zuccata di Fernando Llorente: sesta vittoria consecutiva senza prendere gol, mai successo nell’era Conte. È l’ace di seconda, il tiro da tre al suonare della sirena, l’home run all’ultimo giro di mazza. Il ruggito del re leone che arriva alla fine. Fino alla fine.
Alessandro Legnazzi
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