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Editoriale Milan, Allora è vero che: “Certi amori.. non finiscono!”
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11 anni agoon
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Redazione2 settembre 2013, Adriano Galliani annuncia la firma di Riccardo Kakà sul contratto che lo legherà nuovamente al Milan per due anni, dopo l’esperienza incolore al Real Madrid. Il brasiliano arriva a titolo gratuito dal Real e accetta di ridursi l”ingaggio fino a 4 milioni di euro netti più bonus rispetto ai 10 che prendeva a Madrid. Galliani si conferma re del mercato, massimo esperto dell’acquisto a parametro zero, imperatore del colpo di scena, ed atterrato all’aeroporto della Malpensa intona parafrasando Venditti: “Certi amori non finiscono..”.
30 novembre 2013, Silvio Berlusconi, affida all’Ansa le sue dichiarazioni, fermato a casa da una improvvisa nevicata che gli impedisce di raggiungere Milanello in elicottero: “Il Milan va avanti con serenità, Adriano Galliani è più sollevato, tutti restano al loro posto e il Milan prosegue all’insegna dell’unità di intenti. Avrei voluto dire queste cose direttamente alla stampa, ma il senso è questo. La situazione societaria non cambia, Galliani è sereno dopo la cena di ieri sera ad Arcore”.
Quello che è successo da quel 2 settembre a questo 30 novembre avrebbe potuto modificare per sempre la storia rossonera.
Facciamo un passo indietro. Nonostante l’arrivo di Kakà, il Milan non vince, anzi, perde. Il brasiliano si infortuna ed è costretto a stare fuori un mese dopo la partita pareggiata con il Torino per 2-2 che vale il quarto punto in classifica. In Champions le cose vanno un po’ meglio, ma il malumore tra i tifosi comincia a crescere. Il gioco non c’è e lo scetticismo nei confronti del ritorno del brasiliano va di pari passo con la mancanza di risultati. Partita dopo partita, la tensione sale, la panchina di Allegri si fa sempre più traballante, ma il tecnico livornese ha in Adriano Galliani un fido alleato, che lo difende con il presidente e che gli promette stabilità e fiducia, al di là dei risultati. In un meeting ad Arcore, Allegri riceve l’abbraccio di Berlusconi, che ancora una volta grazie alla dialettica ed alle abilità mediatorie di Galliani, conferma il proprio allenatore, ma nel frattempo contatta Seedorf per sostituirlo al termine delle stagione.
Intanto la figlia del patron, Barbara Berlusconi, sta assumendo sempre più le redini della società e del progetto rossonero: il tutto all’insegna di rinnovo generazionale e di immagine che porta anche ad abbandonare la storica sede di Via Turati per trasferirsi in una nuova struttura: “Casa Milan“, in una zona dal grande fascino architettoinco e decisamente più “in“. I rapporti tra la figlia del capo ed il suo storico braccio destro, si fanno sempre più tesi. Dopo la sconfitta con la Fiorentina del 2 novembre, Barbara chiede la testa di Galliani al padre, ma poi smentisce: “Non ho mai chiesto il cambiamento dell’ad Adriano Galliani. Nei numerosi colloqui telefonici con mio padre dopo la sconfitta con la Fiorentina ho chiesto semplicemente un cambio di filosofia aziendale per il Milan”. Gli incontri pubblici tra i due, sono sempre più rari e carichi di tensione, come quello al Camp Nou in occasione del match di Champions League del 6 novembre, quando lo strappo diventa, forse, definitivamente irricubile agli occhi di tutti.
La classifica, nel frattempo piange, il Milan in campionato è lontanissimo dalla vetta e dopo 13 giornate ha solo 14 punti in classifica. La rabbia dei tifosi diventa incontenibile e sfocia in una vera e propria contestazione fuori dai box dello stadio San Siro, placata soltanto dall’incontro tra gli ultras e Riccardo Kakà che nel frattempo è tornato a giocare, ed anche bene. Probabilmente non è più il fenomeno di un tempo, ma sul campo di gioco si impegna e suda più di chiunque altro, tornando ad essere l’dolo incontrastato della Sud. Galliani non si presenta all’incontro con i tifosi ed evita l’argomento con la stampa. Presenzia alla partita di Glasgow e rilascia, prima di questa, quello che a detta di tutti risuona come il suo “testamento sportivo”. Il 29 novembre 2013, i tifosi rossoneri si svegliano con le dichiarazioni di Adriano Galliani, in un mix di stupore e rammarico: “Con o senza accordo sulla buonuscita, mi dimetterò per giusta causa. Ho ricevuto un grave danno alla mia reputazione” . Dopo 28 anni l’avventura rossonera di uno dei più vincenti dirigenti sportivi del nostro calcio, sembrerebbe essersi definitivamente conclusa. Barbara ha vinto, Paolo Maldini è già stato contattato, il progetto “Largo ai giovani” sembra essere ormai irrimediabilmente incominciato, ma.. e qui arriviamo al 30 novembre di cui sopra, tutto cambia ancora ed il cerchio si chiude.
Berlusconi ha scelto: Adriano Galliani, l’amico sincero, fedele, compagno di tante battaglie, resterà nel Milan. Il tutto dopo una cena fiume alla villa di Arcore, sempre più luogo di incontri e di decisioni. In un moderno Kramer contro Kramer, il figlioletto Milan, è stato affidato a chi, a detta del giudice Berlusconi, può in questo momento offrire le garanzie migliori per una risalita, in campionato e non solo, davvero troppo importante.
Come Galliani, 3 mesi fa, anche Berlusconi oggi, siamo sicuri starà canticchiando, guardando la neve: “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi.. ritornano!”.
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