Pagelle Juventus
Editoriale Juventus – Imperatore Vidal
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11 anni agoon
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RedazioneLa Champions League. Coinvolgente e cinica, esuberante e spietata. Abbassi lo sguardo un attimo e ti ritrovi il nemico alle calcagna. Devi essere abile a non distrarti mai perché ogni avversario, anche il più abbordabile, diventa una grande squadra; come se le note della musica più famosa d’Europa catalizzassero l’abilità dei singoli. Mica campionato, dove il bluff è regola consolidata. La Juventus sta prendendo confidenza con la competizione intercontinentale di partita in partita, di anno in anno: nella passata stagione il sogno – parafrasando Conte – si infranse fra le alpi bavaresi. Oggi i bianconeri sanno che non conviene sottovalutare nessuno perché le delusioni hanno fatto il callo sulla loro pelle. Tre punti in quattro gare non erano una marcia serrata di un club ambizioso come la Juve, però, come spesso accade, la classifica è bugiarda. Prendete il Napoli: con nove punti rischia paradossalmente di più rispetto ai campioni d’Italia a sei.
Non si poteva andare avanti così. Non si doveva. Se col Real Madrid ci sono stati buoni segnali (ma un solo punto portato a casa al netto di errori arbitrali), col Copenaghen il messaggio da estrapolare è questo: la Juventus torna in carreggiata. Forse c’è sempre stata ma la qualificazione non viene attribuita con la presunzione del bel gioco. Dopo sei gare europee la Signora torna alla vittoria, il sostantivo – e nome proprio di persona – che più piace a Conte. Vincere. In modo chiaro, netto, inappellabile: però per arrivare a questo dolce finale c’è voluto uno scappellotto da Olof Mellberg, un amico, che ha poi rimediato con una “carezza” sul livido. Gol e rigore causato. I tre punti arrivano fra gli olè dello Stadium a ogni realizzazione del Real sul Galatasaray: la classifica è rivoluzionata, il vento non soffia più contro. Ora l’assalto finale alla flotta turca nel Bosforo dentro uno stadio che sarà una bolgia infernale.
Le buone notizie non giungono solo dalla Spagna. C’è Vucinic che rientra da un noioso infortunio e così scalpitante si fatica a ricordarlo: la concorrenza in avanti è altissima, Tevez e Llorente sono completi dal punto di vista tattico, Quagliarella è l’arma in più da esibire nei momenti che necessitano giocate d’autore. Testa bassa e pedalare, o meglio, impressionare Conte in allenamento. Nessuno ha credito infinito, tutti sulla corda: solo così è possibile ottenere una risposta costante dalla rotazione degli attaccanti. Su Arturo Vidal si sono sprecati fiumi e torrenti d’inchiostro: sa compiere le due fasi di gioco, interdizione e impostazione, con grande semplicità e segna più d’un centravanti (32 gol in 99 presenze). È il Napoleone della Juventus, quello che fa la rivoluzione, sovverte gli equilibri. Basta questo per spiegare la prima tripletta in carriera del cileno che la dedica alla bimba in arrivo, che si porta a casa il pallone. Un po’ come si faceva da ragazzini sul campetto in terra battuta dietro casa, quando tutti sognavamo di lasciare il segno come un imperatore.
Alessandro Legnazzi
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