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Editoriale Milan – “We can work it out”
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11 anni agoon
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RedazioneIl Milan torna alla vittoria ed è una notizia, non importa se in amichevole, contro il modesto Young Boys, squadra militante nella altrettanto modesta massima serie svizzera. La note positive, non bastasse il ritorno al successo, per nulla scontato visto il momento non proprio felicissimo dei rossoneri, giungono da Kakà, Saponara e Cristante, autori dei gol di giornata e di prestazioni convincenti, che farebbero ben sperare per il proseguio della travagliata stagione del diavolo. Il condizionale è d’obbligo, perché parliamo di tre giocatori che, ognuno per ragioni diverse, non sono riusciti ad esprimersi al meglio e a fornire il loro prezioso contributo a una causa che ne avrebbe avuto un disperato bisogno. Il brasiliano, figliol prodigo del terzo millennio, se si eccettuano rari, effimeri sprazzi della classe dei tempi che furono, è parso un doppelganger di twinpeaksiana memoria, quasi che il vero Kakà fosse rimasto intrappolato nella Loggia Nera. Il gol di oggi è un primo, timido, ma confortante tentativo di venirne fuori. Dai Ricky, non mollare, “We can work it out”. L’altro Ricky, Saponara, complice una pubalgia dura a morire più di Bruce Willis in “Die Hard”, non ha praticamente mai tastato l’erba di San Siro, rimanendo tristemente relegato nel limbo dell’infermeria di Milanello o, peggio, nei meandri di Milan Lab, dove chi è entrato raramente è poi riuscito ad uscirne per raccontare ciò che ha visto ed quand’anche vi sia riuscito, ciò che ha raccontato non è certo stato lusinghiero (Pato docet). Infine, il giovane Bryan Cristante, italo-canadese dai piedi raffinati, da molti paragonato addirittura al totem Andrea Pirlo, ritenuto da Allegri forse ancora troppo acerbo per imporsi da titolare in pianta stabile nel cuore del centrocampo milanista, con questo gol, ma ancor di più con la lucidità delle sue giocate e la personalità con cui le ha eseguite, potrebbe aver convinto il tecnico livornese che puntare su di lui è cosa buona è giusta.
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